I funerali della ricerca Flash mob dei precari Cnr
Un flash mob per celebrare il funerale alla ricerca pubblica con tanto di maschere bianche, magliette nere, lumini funebri e necrologi.
È la protesta organizzata ieri a Roma dai ricercatori precari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). I PrecariUnitiCnr, uniti in un corteo funebre hanno protestato contro la precarietà e i tagli ai fondi per chiedere "finanziamenti e stabilizzazione di tutto il personale precario degli enti di ricerca".
Sono molti, fanno sapere dal comitato organizzatore: 4500, di questi circa un terzo, 1500, sono a tempo determinato, il resto sono tutti assegnisti.
"In questi giorni - spiega Rosa Ruscitti, rappresentante della FlcCgil al Cnr - si sta discutendo in parlamento la approvazione del Decreto Madia che riordina la pubblica amministrazione. In quel testo unico, già approvato dal Consiglio dei ministri il 23 febbraio scorso, vi è una norma che prevede la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Purtroppo per la stabilizzazione si rimanda all'utilizzo dei fondi del piano di fabbisogno. Ma il Cnr non ha adeguate risorse per poter stabilizzare tutti i suoi precari".
Il corteo ha sfilato lungo tutto il perimetro del palazzo Cnr recitando la preghiera del precario: "Siamo qui a pregare tutti quanti, non ci resta che far questo in un mondo disonesto. Siamo lavoratori della scienza ma di certezze siamo senza... per tutti stabilizzazione". Tuttavia, questa è solo "l'ennesima mobilitazione per cercare di sensibilizzare istituzioni, sindacati, tutti, verso il fenomeno ormai diventato dilagante e penoso del precariato", osserva Sonia Migliorini, collaboratore tecnico per enti di ricerca, precaria da 27 anni.
La manifestazioni di protesta proseguono oggi, giovedì 18 maggio, con un presidio unitario dei sindacati di categoria, Fir Cisl, Flc Cgil e Uil Rua, presso il ministero della Funzione Pubblica, mentre nel pomeriggio i PrecariUnitiCnr torneranno a protestare davanti alla sede centrale del Cnr a Roma. Venerdì 19 maggio saranno a Montecitorio, per chiedere che la riforma Madia obblighi gli Enti pubblici di ricerca ad iniziare un percorso di stabilizzazione certo.