I piccoli terremotati accolti dal Papa
«Questo che voi avete vissuto è una cosa brutta, perché è una calamità. Le calamità feriscono l'anima, ma il Signore ci aiuta a riprenderci». Così papa Francesco si è rivolto, nell'atrio della Sala Nervi, ai 400 bambini delle zone terremotate di Lazio, Marche e Umbria, giunti ieri mattina in Vaticano col «Treno dei Bambini». Il Papa ha avuto con loro un piccolo dialogo. «Avete fiducia nel Signore? E anche nella Madonna? - ha chiesto -. Ringraziamo la Madonna per le cose buone che ci ha dato in questa calamità. Ave Maria...». «Una delle cose che piacciono più a Gesù, una delle parole che piacciono più al Signore è la parola "grazie tante". Io voglio ringraziare voi e dirvi grazie per questa visita, per essere venuti qui, anche a ricordare quel brutto momento». Il Papa ha voluto ringraziare anche il gruppo di giovani musicisti di Rio de Janeiro esibitisi nell'occasione: «Hanno suonato cose della mia patria che mi hanno fatto commuovere», ha detto. L'incontro fra il Papa e i bambini, provenienti da Norcia, Cascia, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Acquasanta, giunti a Roma Termini in pullman e poi condotti in Vaticano su un Frecciarossa di Trenitalia, è stato introdotto dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha ricordato come essi si siano preparati su un libro, «Noi su questa terra che balla... a proposito di terremoti», che richiama anche alla necessità di una cura e una sana custodia del pianeta su cui viviamo. L'anno scorso, a partecipare al «Treno dei Bambini» erano stati piccoli migranti che avevano attraverso il Mediterraneo sui barconi. Due presidi, Patrizia Palanca di Arquata e Letizia Tonti di Cascia, con una certa commozione hanno descritto la situazione nei rispettivi istituti e territori e ringraziato il Papa per la sua visita.
Francesco ha quindi voluto che fossero i bambini a parlare e a dire la loro. Ecco allora avvicendarsi al microfono i piccoli: «Sono stati giorni difficili», ha detto uno, «tutto è crollato, case, palazzi, scuole», «grazie alla preside abbiamo ripreso la scuola subito, anche se la scuola era inagibile». Emersi i tanti drammi vissuti in questi mesi. Una bimba di Acquasanta, Gaia, ha raccontato di come il 24 agosto «tra tutti i miei compagni di classe, tutti quelli che frequentavano la scuola, c'è stato un grande spavento perché non sapevamo chi era ancora vivo e chi non c'era più. Poi abbiamo saputo che tutti si erano salvati, nel nostro paese non ci sono stati morti. La nostra scuola però era inagibile: poi ce l'hanno ricostruita. Noi siamo ripartiti dalla scuola». Una bimba di Cascia, Maria Vittoria, ha spiegato che «dopo il terremoto abbiamo avuto molti problemi, poi ci hanno dato una struttura in legno. Ci farebbe piacere che tu venissi a Cascia uno di questi giorni». «Dobbiamo riprenderci - ha detto Francesco -, quando vengono queste calamità dobbiamo avere la forza per riprenderci. Voi siete stati bravi. Le cose vanno meglio se si collabora tutti insieme per un progetto». Subito dopo l'incontro, il Papa ha twittato: «Promuoviamo con coraggio tutti i mezzi necessari per proteggere la vita dei nostri bambini».