Welfare trentino, rivoluzione: ecco 75 milioni Arriva l'assegno unico per 40 mila beneficiari
Con un pizzico d'orgoglio l'assessore Alessandro Olivi l'ha definito «un sistema di welfare che non ha pari in Italia, una risposta a un tema centrale con un sistema che può essere interessante per tanti».
E il nuovo Assegno unico provinciale («ma il nome è provvisorio, va cambiato perché è troppo burocratico») effettivamente è una rivoluzione: la Provincia, attenta alle fasce deboli della popolazione, mette a disposizione ben 75 milioni di euro. Cambieranno modalità, filosofia e obiettivo finale: non solo assistenzialismo, ma anche meritocrazia e un sistema che scoraggia comportamenti opportunistici e da «furbetti», con un'unica e più attenta procedura di valutazione del singolo caso.
Il tutto nel nome di universalità, equità ed efficienza. Tante le novità: viene alzata la soglia del reddito minimo, il sostegno ai soggetti deboli si allunga a un anno, l'età per l'assegno regionale anche per i figli unici viene alzata, ci sarà un bonus bebè per il terzo figlio, gli invalidi più giovani e più poveri avranno di più. Politicamente, una riforma clamorosamente di sinistra.
Le risorse e i beneficiari.
La Provincia mette 75 milioni: i soldi non vengono quindi tolti (non c'è nessun taglio), ma ricollocati in maniera più funzionale e trasparente. Tra persone fisiche e nuclei familiari l'assegno interesserà circa 40 mila mila beneficiari. Ci si avvicina molto, quindi, a 100 mila singole persone. Il criterio economico farà leva sull'Icef.
Come funziona.
Il piano sarà attivo dall'1 gennaio 2018. Verrà presentata un'unica domanda e a quel punto scatterà un'unica procedura di valutazione. Le misure di aiuto riguardano quattro aree fondamentali: contrasto alla povertà, sostegno alla famiglia, aiuto agli invalidi e casa.
Contrasto alla povertà.
Per la povertà l'idea è di un percorso più soggettivo e meno burocratico: l'integrazione al reddito durerà 12 mesi e non più gli attuali quattro più quattro. L'obiettivo è quello di consentire alle persone di progettare un reinserimento nel mondo lavorativo con tranquillità. Il numero di beneficiari si alzerà, visto che la soglia Icef è stata alzata da 0,13 a 0,15 (7.500 euro annui equivalenti), per ricomprendere anche chi ha percepito qualche reddito da attività lavorativa ma rischia comunque di scivolare sotto la soglia di povertà. «Chi guadagna qualche migliaio di euro con lavoretti stagionali resterà comunque nei beneficiari, purché quel reddito lo dichiari». Gli aiuti alle famiglie potranno essere erogati sotto forma sia di integrazione monetaria al reddito sia di buoni spesa per l'accesso a servizi.
Sostegno alle famiglie
L'assegno verrà concesso anche ai figli unici oltre i sette anni. Anzi, l'idea è di arrivare fino alla maggiore età.Un sistema di calcolo progressivo permetterà di sostenere in maniera più forte le famiglie numerose, con un premio natalità per il terzo figlio.
Invalidità
Le parole d'ordine sono più equità e più protezione sociale. L'Assegno unico sosterrà in maniera decisiva le famiglie che hanno a carico invalidi gravi e invalidi giovani, in generale coloro che hanno bisogno di maggiore aiuto.
Casa
Il tema casa verrà inserito dal 2019, per questioni organizzative da stabilire con le Comunità di Valle.
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