«La n'drangheta» nel settore porfido Allarme lanciato dal deputato Fraccaro
Secondo il parlamentare pentestellato a rischio c'è il settore dell'estrazione in Trentino
«Dopo che diverse interrogazioni sono rimaste senza risposta, mi sono rivolto al governo con un question time, per sollecitarlo a intervenire chiarendo una serie di presunte irregolarità che interessano il settore del porfido trentino».
A riferirlo è il deputato trentino del M5s Riccardo Fraccaro, che sollecita il governo a valutare attentamente la questione, anche alla luce dei rischi concreti di infiltrazione della criminalità organizzata - in particolare della n'drangheta - in un settore come quello del porfido, dove le concessioni per l'attività estrattiva vengono assegnate da decenni per affidamento diretto.
Le connessioni con la criminalità organizzata erano emerse alcuni anni fa nell'ambito dell'inchiesta «Aemilia» e riguardavano in particolare l'azenda Marmirolo Porfidi (sede legale a Trento e cava in provincia di Mantova).
Il question time, firmato anche dai componenti della Commissione Giustizia Francesca Businarolo e Vittorio Ferraresi - spiega il deputato pentastellato - riprendeva i rilievi di un'interrogazione presentata l'aprile scorso sul presunto conflitto di interessi di due giudici, che hanno trattato i concordati preventivi della Odorizzi Porfidi Srl e della Pasquazzo Srl in qualità di membri del collegio giudicante.
«Dopo aver illustrato la situazione societaria e i legami personali - riferisce Fraccaro - ho chiesto al ministro se fosse il caso di intervenire con iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di Trento. Nella sua risposta, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ha dichiarato di ritenere che, allo stato attuale, non via sia una palese violazione degli obblighi di astensione ma che, tuttavia, la vicenda sia in corso di valutazione».