È morta la piccola Iaia Orlando La malattia l'ha spenta a 9 anni
È morta ieri pomeriggio all’ ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dov’era ricoverata, Ilaria Orlando, 9 anni, di Roccaraso (L’Aquila), dopo una lunga battaglia contro un raro neuroblastoma. «Iaia», come la conoscevano tutti, ha lottato per oltre cinque anni contro la malattia e il suo era diventato un caso nazionale per via di una raccolta fondi per la quale si era mobilitato non solo l’ Abruzzo, ma l’Italia intera, come ricordano anche alcuni giornali locali abruzzesi. Al suo fianco i tre tenori del ‘Il Volò tra cui Gianluca Ginoble che è di Roseto degli Abruzzi (Teramo).
Erano stati organizzati concerti, cene di gala, incontri e iniziative per la raccolta dei fondi. Grazie a quella raccolta, la piccola era volata negli Stati Uniti per effettuare delle cure. Già martedì le sue condizioni si erano aggravate: ieri la morte. I genitori hanno scritto su Facebook: «Dopo averci insegnato ad amare e ad affrontare ogni sfumatura di colore della vita, con l’allegria e la semplicità dei suoi 9 anni, Ilaria è volata in cielo a rendere il Paradiso un posto migliore. Mamma, Papà, Alessandro e i parenti tutti».
Su Facebook circa 20mila gli iscritti al gruppo «Il sogno di Iaia» mentre i ragazzi del «Il Volo» nel corso dell’ultimo concerto tenuto a Roccaraso hanno voluto contribuire dando il proprio sostegno all’iniziativa e abbracciando la bimba nel corso della loro esibizione.
Anche il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, ha voluto esprimere tutto il suo dolore per la scomparsa di Ilaria: «È una giornata tristissima per Roccaraso, la più dolorosa da quando sono sindaco. Davanti a queste notizie tutto passa in secondo piano, tutto diventa meno importante, ogni respiro si fa più lento. In questi anni abbiamo tutti lottato al suo fianco, ammirando il coraggio infinito di una famiglia che ha affrontato con una forza impareggiabile la grande sfida alla quale la vita l’aveva chiamata. Troveremo presto la forma e il modo per ricordarla, per far sì che questa sua lezione d’amore resti per sempre un patrimonio condiviso. Dobbiamo coltivare il suo sogno anche ora che non c’è più».
Iaia era entrata nel protocollo italiano e si stava sottoponendo a cure importanti e alla chemioterapia; la bambina era stata inserita successivamente nel protocollo americano per la immunoterapia e il vaccino.