Olimpiadi Torino: Appendino, Giochi green e debito zero
"Non prevediamo di costruire nulla ex novo e non vogliamo fare debito": sono i principi della candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali del 2026 illustrati al Consiglio comunale dalla sindaca Chiara Appendino. Il pre dossier, che sarà inviato martedì al Coni, "delinea le linee guida della Torino del futuro", spiega la prima cittadina che parla di un "evento green e sostenibile" che "terrà conto di quanto non ha funzionato nel 2006".
"Quello che cerchiamo di fare - prosegue Appendino - è un evento che va oltre i 15 giorni dei Giochi. Non lavoreremo per le Olimpiadi ma per Torino 2030. Tenendo insieme i principi dell'Agenda 2020, il piano Torino 2030 e le linee di sviluppo della nostra città le Olimpiadi possono essere un'occasione per permettere alla città di proseguire la sua vocazione utilizzando ciò che in passato non ha funzionato per migliorarlo", sottolinea annunciando che il villaggio olimpico, in caso di assegnazione, sarà alla Thyssen "per ricucire una ferita della città e dell'Italia".
"Quello che cerchiamo di fare - ha proseguito Appendino - è un evento che va oltre i 15 giorni dei Giochi. Non lavoreremo per le Olimpiadi ma per Torino 2030. Tenendo insieme i principi dell'Agenda 2020, il piano Torino 2030 e le linee di sviluppo della nostra città - sottolinea - le Olimpiadi possono essere un'occasione per permettere alla città di proseguire la sua vocazione utilizzando ciò che in passato non ha funzionato per migliorarlo". Nel suo intervento la prima cittadina ha parlato della "doppia legacy di Torino" definendola "uno dei punti di forza di questa candidatura. Da un lato - spiega - la legacy materiale, il fatto di avere strutture e infrastrutture già a disposizione. Dall'altra quella immateriale. Questo territorio - precisa - ha già fatto un evento di questo tipo e ha un'eredità, in parte positiva e in parte no. E poter fare le cose una seconda volta - conclude - permette di avere più tempo per correggere quello che non ha funzionato. Questo è il tema che ci dà il valore aggiunto rispetto alle altre candidature e ci permette di costruire un nuovo modello".
Martedì anche per Milano e Cortina dossier al Coni - Anche Milano presenterà il pre dossier per candidarsi ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Il documento, a quanto si apprende, è completo e verrà presentato martedì al Coni. Come quello di Cortina-Dolomiti - sorta di joint venture Venezia-Bolzano - per le Olimpiadi invernali 2026. Nelle 120 pagine che saranno inviate per posta certificata al Coni la 'filosofia' di un progetto di Giochi per evitare gli sprechi, iniziando dalle infrastrutture: a Cortina e sull'area delle Dolomiti gli sport invernali sono di casa (il centro ampezzano ospiterà i Mondiali di sci 2021), e organizzare un'Olimpiade potrebbe avere costi molto inferiori. Nel dossier si sostiene che oltre il 70% degli impianti è già esistente, il resto necessita di essere ammodernato, o costruito secondo criteri di sostenibilità e futuro riutilizzo. Il vilaggio olimpico, ad esempio, così come il centro-stampa, sarebbero realizzati con strutture temporanee, da smantellare al termine dei Giochi, al massimo con qualche modulo che potrebbe essere usato per la Protezione Civile. Cortina, se otterrà l'assegnazione, farà la parte del leone: le sue piste e i suoi impianti dovrebbero ospitare sette delle 15 diverse discipline.
Malagò,remare stessa parte o meglio fermarsi - "Chi per un motivo o per un altro dovesse rimanere fuori, se non rema nella stessa direzione allora meglio non andare avanti. C'è chi lo chiama fuoco amico, dobbiamo risparmiarci questa ulteriore esperienza". Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commentando a margine della presentazione del libro 'Abbasso gli intolleranti', in merito alla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026. Proprio martedì 3 luglio, il n.1 dello sport italiano incontrerà il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, per un summit decisivo in chiave Universiadi 2019: "Martedì è il termine ultimo per la presentazione dei dossier - aggiunge Malagò -. Tutti i gruppi hanno lavorato molto nelle ultime ore e sarei irresponsabile ad anticipare ogni decisione. C'è una considerazione politica e domani cercherò da Giorgetti di capire quale. Poi si terrà un consiglio nazionale il 10 luglio, questo tema è all'ordine del giorno ma se ce ne fosse la necessità si può spostare a fine luglio. Ma se i dossier sono completi si può già prendere una decisione".