Manovra, Svp e Patt voteranno contro
La Svp alla Camera, che fa parte del gruppo Misto, «voterà no alla fiducia» questa notte e domani per protesta contro l’iter seguito e i contenuti della legge di Bilancio». La deputata Renate Gebhard del gruppo Misto Minoranze linguistiche ha detto che la motivazione è che «non è stata permessa alcuna dialettica parlamentare e la manovra è tutta in deficit con misure di spesa corrente».
Voterà no anche la deputata trentina Emanuela Rossini del Patt: «Come Minoranze Linguistiche Patt – Svp abbiamo espresso voto contrario sulla fiducia e coerentemente lo faremo tra poche ore sul voto finale alla legge di Bilancio. Non possiamo avvallare l’iter di questa Manovra che ha visto cancellare il ruolo legislativo e politico del Parlamento, prima con un lavoro inutile nelle Commissioni spazzato via da un maxiemendamento del governo su cui non è stato possibile né la discussione né la proposta di alcun emendamento. Una manovra stretta e penalizzata tra due misure bandiera, l reddito di cittadinanza e l’aumento della spesa pensionistica, che danno bene l’idea di un paese fermo».
L’onorevole Emanuela Rossini, esprime il proprio voto contrario: «Il punto è che la Manovra non ha come obiettivo quello di incentivare a “creare” lavoro né aprire nuove opportunità per nuove professionalità. Sono stati tagliati i fondi strutturali che avrebbero stimolato molto l occupazione di giovani a lavorare su progetti europei, andando a perdere ora anche i fondi europei destinati su questi programmi. Questa Manovra non ha una cultura del lavoro con al centro la formazione, la creatività e imprenditorialita. L’incontro tra domanda e offerta non é capita. Le imprese sono trattate da centri di collocamento e chi non ha lavoro come corpi inerti. Pochi fondi alla ricerca e alla scuola, inclusa la formazione per adulti per chi ha perso lavoro. Nella Manovra - osserva la Rossini - ci sono fondi al sociale destinati a soggetti e situazioni specifiche ma non a fare sistema, si è infatti cercato di penalizzare il Terzo Settore con un aumento dell’Ires sulle attività commerciali su cui è già scattata un imbarazzante balletto nel governo tra chi vuole ritirarlo e chi noi. Sulla sostenibilità futura della manovra - prosegue la Rossini - abbiamo molte perplessità. Si preclude infatti ogni scelta possibile nelle prossime leggi di bilancio visto il programmato aumento futuro delle aliquote IVA. Il governo nega l’aumento, anche se è parte dell’accordo europeo, e tace sul fatto che le clausole di salvaguardia per essere attuate dovranno avere risorse reali e dunque un costo sociale ed economico che non ha precedenti. Anche nel confronto con l’Unione Europea ci siamo trovati in dissenso e preoccupati per i toni, lo stile e il reiterato prolungamento di un inutile braccio di ferro, visto che nulla è cambiato se non l’aver accolto tardivamente la richiesta avanzata».
Inoltre, «Per il Trentino l’impatto della manovra - conclude la Rossini - è negativo per il mancato accoglimento della clausola di neutralità che prevedeva una compensazione da parte dello Stato per le mancate entrate nelle casse provinciali a causa di provvedimenti presi a livello centrale. E’ il caso della flax tax che farà pagare meno i contribuenti ma a scapito dei servizi comunali e provinciali. Tale clausola di neutralità è stata ignorata dal governo leghista-cinque stelle».