Banca Etruria, archiviate le accuse al padre di Maria Elena Boschi
Archiviazione per Pierluigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, dall’accusa di «falso in prospetto», filone maturato all’interno dell’inchiesta su Banca Etruria ad Arezzo per false comunicazioni ai risparmiatori. È quanto scrive il quotidiano fiorentino La Nazione riportando i contenuti di un decreto del gip di Arezzo emerso ieri a margine dell’udienza preliminare in cui, invece, restano imputati per la stessa accusa l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e il funzionario Davide Canestri.
Pierluigi Boschi figurava tra altri 18 indagati, cioè membri del cda tra 2011 e 2014 e sindaci revisori per cui inizialmente il pm Julia Maggiore aveva aperto un fascicolo (in tutto 21 persone con dirigenti della banca). Ma lo stesso pm nel maggio 2018 ha fatto richiesta di archiviazione per 18 su 21, una notevole scrematura riferita al fatto che il cda delegò il dg Bronchi ad occuparsi di redigere il prospetto per il collocamento di bond. La Nazione poi riferisce che il gip ha firmato l’archiviazione il 18 ottobre 2018, ma nessuno aveva diffuso la notizia.
La decisione è emersa invece ieri quando le difese di Bronchi, Fornasari e Canestri hanno fatto «congelare» l’udienza preliminare sollevando un’eccezione di compatibilità per il gup Fabio Lombardo, che avrebbe avuto contezza degli atti del procedimento nella sua funzione di giudice delle indagini preliminari.
All'epoca, la notizia dell'indagine aveva avuto ampia eco, in quanto Maria Elena Boschi era ministro in carica.