Referendum, quorum giù al 25% In Provincia si cerca un accordo
Quorum più basso nei referendum abrogativi provinciali: il 25% contro il 40% attuale. È l'ipotesi di compromesso tra i due disegni di legge dei 5 Stelle e del Pd ieri all'esame in Prima Commissione. Per verificare se la giunta provinciale, che con Mattia Gottardi ha chiesto tempo per verificare la proposta, ci starà, l'esame sui due ddl proseguirà il 15 maggio e il voto finale in aula slitta, così, a fine giugno.
C'è una mediazione possibile infatti in vista se la giunta provinciale "aprirà" alla proposta del Pd di adottare la soluzione contenuta nel ddl parlamentare che prevede la validità dei referendum abrogativi se i "sì" sono più dei "no" e sono espressi dal 25% degli aventi diritto al voto (quindi il quorum si abbassa ad almeno il 25%).
Oggi invece la soglia è la partecipazione del 40% degli aventi diritto per la validità delle consultazioni popolari.
Mediazione che potrebbe permettere alla Commissione di lavorare all'unificazione dei due testi proposti entrambi da consiglieri di minoranza. Si tratta dei ddl 2 del Movimento 5 stelle, sottoscritto anche da Futura 2018, Autonomisti popolari e da due esponenti del Patt.
E del ddl 6 promosso dal Pd. Testi accomunati solo dall'obiettivo di modificare la legge provinciale 3 del 2003, ma nettamente distinti sul quorum. Il ddl dei 5 Stelle la cui versione originaria prevedeva l'azzeramento del quorum, è stato poi "ammorbidito", portando la soglia al 20% degli aventi diritto al voto. Il ddl del Pd stabilisce invece che al referendum debba partecipare «almeno la metà della percentuale media dei votanti sugli aventi diritto» che si sono recati alle urne alle ultime elezioni provinciali. Un compromesso potrebbe essere quello del 25% dei sì già trovato a Roma tra M5S e Lega alla Camera.