I tweet sessisti e razzisti: Cristoforetti si dimette da capo di gabinetto dell'assessore provinciale allo sviluppo economico
Dopo molti giorni di attesa. non senza polemiche e pressioni per una decisione chiara, all'indomani del voto Ivan Cristoforetti, capo di gabinetto dell'assessore Achille Spinelli, ha annunciato le dimissioni, sulla scia della bufera scatenata dai commenti di tenore sessista e razzista apparsi in Twitter in un profilo a lui riconducibile.
A far sapere che l'esperienza di Cristoforetti a piazza Dante è agli sgoccioli è stata una nota diffusa questa sera dalla Provincia autonoma di Trento: «In serata - si legge - il presidente della Provincia ha ricevuto da Ivan Cristoforetti la comunicazione relativa alle proprie dimissioni dall'incarico di capo di gabinetto presso l'assessorato allo sviluppo economico. Di tale decisione è stato contestualmente informato anche l'assessore. Le dimissioni saranno formalizzate domani mattina».
Nell'ultima settimana, dopo la diffusione il 21 maggio della notizia sull'attività del profilo Twitter in questione, si sono susseguite numerose prese di posizione che sollecitavano una decisione chiara e ferma sulla vicenda, mentre dalla giunta provinciale era arrivata una nota che annunciava l'avvio di verifiche per stabilire quanto accaduto e trarne le conseguenze.
Stasera, infine, l'epilogo con l'addio di Cristoforetti al ruolo di vertice brevemente ricoperto nella gerarchia provinciale.
Il 21 maggio scorso si era diffusa la notizia che in un profilo twitter che a quanto pare risulterebbe riconducibile al capo di gabinetto sono comparsi, fra selfie e altre immagini del dirigente, post dal tenore volgare e violento, fra battutacce sessiste e grevi attacchi ai politici avversari, specie del Pd.
L'attività dell'account, come scriveva per primo il quotidiano Ildolomiti.it riferendo dei post in stile «social hater», prosegue dagli anni scorsi e non si è interrotta con la nomina a capo di gabinetto dell’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro.
Il profilo twitter in questione utilizzava lo pseudonimo Iάννη Χριστός @kanalibeach ed era stato cancellato poco dopo la pubblicazione online dell'articolo sui tweet sessisti e razzisti, articolo peraltro corredato di numerosi screenshot a riprova di quanto scritto.
Immediata era stata la reazione indignata di una parte del mondo politico provinciale, a cominciare da Paolo Ghezzi, consigliere di Futura, che aveva subito presentato un'interrogazione nella quale stigmatizza i contenuti dei post in questione e chiede al presidente Maurizio Fugatti e all'assessore Spinelli una ferma presa di posizione.
Ghezzi si riferisce ai «commenti sessisti e razzisti di rara pesantezza e politicamente scorrettissimi» pubblicati in Twitter dal capo di gabinetto. «Lo stesso capo di gabinetto – con tweet del 9 febbraio 2019 – ha scritto: “Ai sindacati non va bene nulla di quello che fa questo governo e che va nella direzione di rispettare i diritti degli italiani. Andrebbero eliminati per legge”; l’assessore allo sviluppo economico dovrebbe rispettare, oltre che a parole, anche nei fatti, il ruolo essenziale e insostituibile dei sindacati nella nostra Provincia e nel Paese», scrive Ghezzi.
Il consigliere di Futura chiede «come si possa conciliare un ruolo delicato come quello di capo di gabinetto di un assessorato cruciale per lo sviluppo economico del Trentino con esternazioni inaccettabili e anticostituzionali sul profilo Twitter dello stesso capo di gabinetto». Infine, Ghezzi invoca un intervento «almeno affinché cessi la produzione sessista, razzista e anticostituzionale sui social del suddetto capo di gabinetto, che – seppure sotto mentite spoglie ma ora da “Il Dolomiti” rivelate – danneggia pesantemente l’immagine della Provincia di Trento già intaccata da un altro capo di gabinetto e dalla sua canzoncina filonazista».
Reazione anche il gruppo consiliare provinciale del Partito Democratico del Trentino,e in una nota diffusa sempre il 21 maggio scorso: «È mortificante essere costretti ancora una volta ad occuparsi della doppia vita di stretti collaboratori della giunta provinciale.
Ma a quanto pare gli inquilini di piazza Dante soffrono di una strana allergia per le persone noiosamente normali.
La sequela di insulti, volgarità, offese e bassezze postate su Twitter dal capo di gabinetto dell’assessore allo sviluppo economico e al Lavoro, che esibisce in pubblico tutti i suoi evidenti limiti morali e culturali, prendendo di mira anziani, persone di colore, donne e chiunque la pensi in modo diverso da lui, rappresenta un tripudio di pochezze e di sciocchezze semplicemente intollerabile.
In quel profilo, che ora qualcuno si è affrettato a chiudere, il capo di gabinetto dell’assessore Spinelli firma insulti pesanti e sessisti all’indirizzo della vicepresidente della Camera dei Deputati, di Europarlamentari, deridendo e insultando anziani e immigrati, in un crescendo inqualificabile di idiozie che meritano la più ferma condanna, non solo della politica, ma della convivenza civile. Una condanna che ci auguriamo consigli alla giunta provinciale l’immediata rimozione di un simile personaggio dallo scenario di governo del Trentino».
Nel profilo incriminato si prendeva di mira anche l'ex ministro Pd e ora europarlamentare Cecilia Kyenge, in passato ripetutamente oggetto di volgari attacchi politici provenienti dalla destra (il più noto è quello per il quale è stato processato l'ex ministro leghista Roberto Calderoli che apostrofò la collega con il termine "orango"): «Mi auguro che le offese postate dal profilo fake del capo di gabinetto dell’assessore provinciale allo Sviluppo economico della Provincia autonoma Trento, Ivan Cristoforetti, non rispondano realmente a una sua gestione diretta perchè in questo caso sarebbe un inaccettabile esercizio d’intolleranza divisiva, sessista e razzista, che mira a colpire indistintamente donne, anziani, neri italiani o referenti politici, teso solo ad alimentare lo scontro sociale e a minare la convivenza civile», scrive in una nota l’europarlamentare Cècile Kyenge, una delle politiche attaccate nei tweet.
«Ritengo che chi ricopre una carica istituzionale o chi lavora all’interno delle istituzioni debba usare toni di decoro e rispetto verso quelle stesse istituzioni - aggiunge Kyenge - siano esse locali o statali, che sono garanzia di tutela dei cittadini. L’esercizio di critica è benvenuto se è diretto a stimolare un confronto costruttivo, le ingiurie via web sono invece aggravate dal loro potere esponenziale di diffusione ed è responsabilità di tutti mantenere alto il rispetto dei diritti delle persone».