Carabiniere ucciso a Roma, uno dei due americani fermati ha ammesso: "Sono stato io"
Dopo le ammissioni di ieri notte di uno dei due, alla fine avrebbero confessato entrambi i giovani statunitensi fermati per l'omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega.
Interrogati a lungo in caserma dai carabinieri, sotto la direzione dei magistrati della Procura di Roma, i due fermati - Lee Elder Finnegan di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani e in vacanza nella Capitale - davanti "a prove schiaccianti" avrebbero ammesso le proprie responsabilità.
A quanto ricostruito dagli investigatori, l'autore materiale del ferimento sarebbe il 19enne Lee Elder Finnegan.
Erano in cerca di droga a Trastevere ma la sostanza acquistata era semplice aspirina: perciò hanno rubato la borsa del pusher nel tentativo di recuperare i soldi.
Questa la dinamica della vicenda che ha portato all'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due ragazzi americani si erano recati a Trastevere per acquistare sostanze stupefacenti: dopo essersi resi conto di essere stati ingannati, hanno strappato la borsa allo spacciatore che conteneva il suo telefono cellulare.
L'uomo ha quindi contattato i due chiamando il suo numero di telefono per avere indietro la borsa. Il pusher avrebbe poi chiamato il 112 per comunicare che era stato scippato e che si era accordato con i due americani per la restituzione della borsa. A questo punto, all'orario stabilito i due carabinieri, in borghese, si sono recati in via Pietro Cossa. Li' hanno incontrato i due ragazzi con i quali è scoppiata una violenta colluttazione durante la quale il vicebrigadiere è stato colpito con otto coltellate risultate poi fatali.
Ecco le foto dei due americani fermati
Sotto, il luogo dell'omicidio e nel riquadro il vicebrigadiere ucciso Mario Cerciello Rega