Greta sfida Trump sul clima con un sit in alla Casa Bianca
Un’estinzione di massa che dura 11 minuti, come gli anni che restano per limitare massicciamente le emissioni e invertire la rotta del cambiamento climatico prima che sia troppo tardi: è la performance inscenata dalla sedicenne attivista svedese Greta Thunberg insieme ad altre centinaia di giovani davanti alla Casa Bianca, per lanciare una sfida a Donald Trump, visto come uno dei principali nemici della lotta ai cambiamenti climatici dopo aver trascinato l’America fuori dall’accordo di Parigi.
Greta e i teenager hanno dato vita poi ad un sit-in con cori e cartelli, mentre il presidente restava asserragliato nella West Wing. ‘Hey hey, ho ho, climate change has got to go’ (i cambiamenti climatici devono andarsene), hanno cantato i giovani. Ammonitori o ironici gli slogan sugli striscioni: ‘We are running out of timè (abbiamo poco tempo a disposizione), ‘Make Earth cool again’ (Rendi la terra di nuovo bella), parafrasi del motto elettorale trumpiano ‘Make America Great Again’.
Per tutta risposta il tycoon ha accolto la manifestazione con un altro strappo all’eredità verde di Obama: la revoca di una normativa introdotta nel 2015 per limitare l’inquinamento chimico vicino a ruscelli, zone umide ed altri specchi d’acqua.
E, come se non bastasse, ha dato inizio alla costruzione di una sezione del muro con il Messico nell’Organ Pipe Cactus national monument, nell’Arizona meridionale: una riserva riconosciuta dall’Unesco e una delle aeree Usa più biologicamente diverse.
Del resto la deregulation del presidente marcia a pieno ritmo, dalle norme anti inquinamento delle auto alle centrali a carbone, dalle trivellazioni negli oceani o in Alaska alle lampadine.
Greta non è famosa negli Stati Uniti tanto quanto in Europa, ma ora si sta facendo conoscere anche qui, soprattutto in tv, dove ha avuto l’onore di partecipare al The Daily Show. Citando il dato dell’estinzione di duecento specie al giorno, a causa del riscaldamento globale e dell’inquinamento, l’attivista svedese ha rilanciato l’allarme: «Siamo nel mezzo di un’estinzione di massa. I leader mondiali devono uscire dal loro guscio e finalmente agire con determinazione per evitare che accada il peggio», ha affermato in un’intervista alla Cbs.
La sua missione a Washington durerà sei giorni. In agenda diversi incontri, anche a Capitol Hill, sede del Congresso americano, dove è prevista un’audizione il 18 settembre su invito di parlamentari democratici. Potrebbe esserci inoltre un incontro con la giovane deputata dem Alexandra Ocasio-Cortez, icona del New Green Deal. Tra i suoi appuntamenti nella capitale, la consegna di un premio di Amnesty, lunedì prossimo.
I riflettori si riaccenderanno a New York. Il 20 settembre, con un grande sciopero scolastico per il clima cui ha dato la sua benedizione anche la città della Grande Mela. E poi il 23, quando Greta interverrà al summit sul clima organizzato dall’Onu durante l’assemblea generale. È proprio per questo evento che è arrivata negli Usa il 28 agosto scorso, a bordo di uno yacht a pannelli solari, il Malizia II, messo a disposizione da Pierre Casiraghi, figlio della principessa Carolina di Monaco. «Dal palco dell’Onu - ha assicurato Greta - dirò ai leader del mondo nè più nè meno quello che dice la scienza, nella speranza che ne prendano finalmente atto».