Assalto a sinagoga e a fast food Due vittime: arrestato neonazista tedesco di 27 anni
Terrore in Germania nel giorno dello Yom Kippur. Halle, nell’est del Paese, è stata teatro di un attacco di matrice antisemita contro una sinagoga e un fast food etnico che ha causato la morte di un uomo e di una donna, ma si è rischiata una strage con decine di vittime.
A compiere l’assalto è stato un neonazista 27enne tedesco, Stephan Balliet, che in divisa militare verde scura e con un elmetto con mini telecamera in testa ha sparato in strada e, lanciando ordigni, ha cercato invano di fare irruzione nel tempio ebraico gremito di fedeli per la festa.
Il killer - poi fermato dalla polizia - ha filmato la propria azione per 35 minuti e nel video, postato su un sito di videogame, lo si sente urlare prima di aprire il fuoco che «la radice di tutti i problemi sono gli ebrei». Il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, non ha potuto far altro che confermare le motivazioni «antisemite» dell’attentato compiuto dall’estremista di destra.
Al di là dei due morti, altre due persone sono rimaste ferite in una sparatoria avvenuta in centro, a una quindicina di chilometri di distanza. E in serata i media tedeschi parlavano dell’azione di un lupo solitario e non più di un complice in fuga, come si era sospettato per tutta la giornata.
L’azione principale si è consumata verso le 12 e un quarto nel quartiere Paulus del centro storico di Halle, la maggiore città (ma non capoluogo) della Sassonia-Anhalt. La donna, probabilmente una passante, è morta a una trentina di metri dalla sinagoga mentre l’uomo è stato ucciso nel negozio di kebab turco. Al di là del video autoprodotto dal killer, le immagini riprese dagli abitanti hanno mostrato l’uomo in divisa sparare ripetutamente in strada.
Una strage di proporzioni ancor più gravi è stata sfiorata quando l’assalitore ha cercato di fare irruzione nella sinagoga, dove si trovavano fra i 70 e gli 80 fedeli per la festività ebraica che celebra il giorno dell’espiazione dello Yom Kippur.
Balliet, a volto coperto e con l’elmetto, ha sparato più volte contro la porta e ha lanciato anche diversi ordigni, forse molotov o granate, per entrare. «La porta è rimasta chiusa, Dio ci ha protetti. Il tutto è durato forse dai cinque ai dieci minuti», ha raccontato sotto shock il presidente della Comunità ebraica di Halle, Max Privorozk, sottolineando che per difendersi i fedeli hanno barricato la porta. Secondo testimoni, l’assalitore ha lanciato un ordigno anche oltre il muro di cinta del cimitero ebraico annesso alla sinagoga. Mentre il doner kebab contro cui ha sparato uccidendo un uomo dista circa 500 metri dalla sinagoga: i due edifici sono collegati da una strada. Poi è fuggito a bordo di un’auto grigia, che la polizia ha intercettato. La Procura federale, competente anche per il terrorismo, ha avocato a sè le indagini.
La cancelliera Angela Merkel, che in serata si è recata in una sinagoga a Berlino in segno di solidarietà, ha espresso la propria vicinanza a tutti gli ebrei. «L’attentato terroristico contro la comunità ebraica a Halle in Germania nel giorno di Kippur, il giorno più santo per il nostro popolo, è un’altra espressione che conferma che l’antisemitismo in Europa sta crescendo», ha tuonato il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Dal canto suo, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha «condannato fermamente» l’attacco alla sinagoga, affermando che si tratta di «un’altra tragica dimostrazione di antisemitismo» che «deve essere combattuto con la massima determinazione». Anche il Papa, intervenuto nel pomeriggio ai lavori del Sinodo, dopo avere pregato all’inizio dei lavori per i «fratelli ebrei» nel giorno di Yom Kippur, a fine Congregazione ha ricordato nella preghiera le vittime dell’attentato alla sinagoga di Halle.