Fugatti e il "rimpasto" di dirigenti Via Scalet, Moser e Cesarini Sforza Nicoletti in bilico, Pedron in ascesa
Ad un anno dalla prima riorganizzazione al vertice della Provincia, con la conferma di Paolo Nicoletti alla direzione generale, la giunta Fugatti s’appresta a rimettere mano alla struttura apicale, ridefinendo le direzioni di alcuni dipartimenti e unità di missione strategica.
Lo deve fare, alla luce di tre uscite, per pensionamento, di figure di primo piano: Fabio Scalet, già dirigente del soppresso dipartimento affari istituzionali, che ha già lasciato la Provincia, dalla quale è stato incaricato alla guida della Commissione dei Dodici; Claudio Moser, dirigente del dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro; l’ingegner Gianfranco Cesarini Sforza, dirigente del dipartimento protezione civile. Moser e Cesarini Sforza sono in uscita da febbraio, ma la giunta intende individuare i sostituti per tempo. Ha cominciato il confronto nella seduta di giovedì pomeriggio e lo continuerà nella prossima. L’intenzione è di “chiudere” il secondo tempo della riorganizzazione apicale entro Natale.
Nei palazzi sede degli uffici provinciali la fibrillazione è massima, com’è naturale che sia in questi frangenti. E tra le voci che si rincorrono c’è quella che vedrebbe addirittura la messa in discussione, nella riorganizzazione, della stessa figura di Paolo Nicoletti, che ricevette il primo incarico di dirigente generale nel dicembre 2013 dalla giunta di centrosinistra autonomista a guida Rossi. La realtà è che le voci, più che della concreta volontà del governatore Fugatti, paiono il frutto di mai nascosti desiderata politici (ad una parte della Lega dura e pura non è mai piaciuta la riconferma di Nicoletti) e di ambizioni (legittime) di chi vorrebbe soffiargli l’incarico. Tra gli “indiziati” ci sarebbero Sergio Bettotti, che Fugatti lo scorso dicembre ha messo alla guida del dipartimento artigianato, commercio, promozione, turismo e sport, e Romano Masè, che si è visto ridimensionato il mega-dipartimento che dirigeva con Rossi, per guidare agricoltura e foreste. Non sarebbero invece della partita Livia Ferrario (dirigente di fiducia di Ugo Rossi, ”graziata” da Fugatti che le ha assegnato il nuovo dipartimento territorio, ambiente, energia e cooperazione) e l’ingegner Raffaele De Col, diventato il primo riferimento tecnico di fiducia di Fugatti, a partire dall’autostrada Valdastico Nord, che gli ha affidato l’unità di missione strategica grandi opere e ricostruzione, con la gestione del dopo Vaia, e incarichi di rilievo, come nel cda di Autobrennero e nel comitato di sorveglianza della società Bbt - Galleria di base del Brennero, dove “transitano” montagne di investimenti: 4,14 miliardi lungo l’A22 e 8,5 per il “buco” sotto il Brennero e le collegate tratte di accesso.
Nicoletti, figura di equilibrio e di riferimento per Fugatti, che ha garantito la continuità nella complessa macchina organizzativa, non sarebbe dunque in discussione. Ma la sostituzione dei tre dirigenti di vertice in uscita obbliga ad una ricomposizione del puzzle. A subentrare a Cesarini Sforza ambiscono cinque dirigenti di settore, tra protezione civile e lavori pubblici, tra cui Ivo Erler (servizio antincendi). Per il successore di Claudio Moser, da dieci anni il riferimento per il mondo delle imprese dopo l’epoca Spagni, l’assessore Achille Spinelli punta su Laura Pedron cui la giunta Fugatti ha affidato la direzione dell’Agenzia del lavoro. Tra una rosa di tre nomi dovrebbe uscire l’”erede”di Scalet, con la ricostituzione dello strategico dipartimento affari istituzionali, soppresso e sostituito dall’unità di missione strategica. Tra gli assessori, c’è qualche malumore sulla conferma di Luca Comper al dipartimento organizzazione, personale e affari generali. Ma Comper è una figura sul cui tavolo ci sono troppi dossier strategici aperti (rinnovi di contratto, appalti, riorganizzazione del sistema Provincia) per immaginare, salvo soprese, che Fugatti dia seguito al mal di pancia di qualche membro di giunta.