Incendio in mansarda a Milano muoiono due giovani fidanzati intrappolati fra le fiamme

AGGIORNAMENTO - La prima poerizia sommaria dei Vigili del Fuoco, avrebbe indicato nell'incendio della batteria del monopattino la causa del rogo. I ragazzi avevano un monopattimno elettrico, che avevano portato in casa per ricaricare la pila.


 

Si sono trovati avvolti dal fumo e dalle fiamme che sbarravano loro l’unica via d’uscita, come in una sorta di trappola, i due fidanzati che sono morti, la scorsa notte, a Milano, nell’incendio del loro appartamento in zona Navigli. Una tragica fatalità, al momento, secondo i primi rilievi dei Vigili del fuoco, che hanno escluso cause dolose.

Dalla ricostruzione dei fatti effettuata dai carabinieri, a cui sono state delegate le indagini, verso le 3.30 si sono sviluppate le fiamme, a partire da un quadro elettrico, e in brevissimo tempo hanno preso fuoco alcuni arredi e una parte del soffitto mansardato provocando moltissimo fumo.
La casa, una palazzina di due piani sull’alzaia del Naviglio Grande, è di proprietà della famiglia, composta dai due fidanzati, Rosita Capurso, di 27 anni, milanese, e Luca Manzin, di 29, di La Spezia, che abitano al primo piano, e dalla matrigna della ragazza, il cui padre è scomparso da alcuni anni.
Sempre al primo piano abita la zia, di 59 anni, uscita illesa dall’incendio dopo avere inutilmente tentato di salvare la nipote disperata, a lungo cosciente prima di cadere soffocata, in bagno, a pochi metri dalla salvezza. Anche la matrigna, che ha chiamato i soccorsi, ha cercato di aprire un varco ma inutilmente. L’unità immobiliare è stata messa sotto sequestro.
L’appartamento dei due, infatti, dopo una breve scala che sale dal cortile, ha l’ingresso su un lungo soggiorno, ma sempre appena oltrepassata la soglia, sulla sinistra, presenta un antibagno da cui si accede a un bagno e alla camera da letto. Il ragazzo non si è mai svegliato, e con tutta probabilità è soffocato nel sonno, mentre la giovane ha cercato rifugio in bagno ma non ha potuto oltrepassare la soglia dell’antibagno, e avvicinarsi alla porta d’ingresso, che era chiusa dall’interno.
Anche la zia ha cercato di entrare in casa in ogni modo, ma non è riuscita a liberarli. Alla fine alla ragazza sono mancate le forze e ha perso i sensi.
Così, alla fine, intorno alle 4, i vigili del fuoco hanno recuperato i due cadaveri, sui quali verrà ora disposta l’autopsia. Inutile un tentativo di rianimazione operato dai soccorritori sulla ragazza, anch’ella esanime.
La piccola palazzina bianca si trova in un segmento centrale del Naviglio, a pochi passi dal circolo della Canottieri Milano, e affaccia su un cortile interno. All’esterno della struttura, di due piani con la parte sopra, appunto, mansardata, c’erano dei lavori di ristrutturazione edile in corso, che però, secondo i carabinieri, non interessano la parte interna né tantomeno il quadro elettrico da dove si sarebbe sviluppato l’incendio. Un incendio non di vastissime proporzioni, tanto che l’appartamento dei due sfortunati fidanzati non è andato completamente distrutto. Ma la porzione andata a fuoco li ha inesorabilmente relegati nella zona notte mettendoli all’angolo, senza alcuna via di scampo.

comments powered by Disqus