Sfrattare tutta la famiglia dall'Itea se uno solo delinque: Fugatti va avanti, i sindacati insorgono «indegno»
«Un provvedimento vergognoso e non degno di una comunità civile, che punisce anche chi non si è macchiato di alcun reato, e che nella logica della giunta Fugatti è colpevole per il solo fatto di essere padre, madre, figlio o coniuge di un condannato». Così, in una nota, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Franco Ianeselli, Michele Bezzi e Walter Alotti definiscono la norma, inserita in Finanziaria e votata ieri in Consiglio provinciale, per cui una famiglia perde il diritto all’alloggio Itea se uno dei componenti del nucleo è stato condannato per un reato in via definitiva. Un provvedimento che - sostengono i sindacati - con molta probabilità non potrà essere applicato perché va contro il principio base del diritto e della nostra Costituzione per cui che la responsabilità penale è personale.
«Invece di buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica continuando a cavalcare in modo demagogico e assolutamente strumentale il tema della sicurezza, l’Esecutivo abbia il coraggio di ammettere che non ha nessuna politica per la casa.
Nell’incapacità di dare risposte concrete ai cittadini sul tema della casa, il presidente Fugatti prosegue nella tecnica di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica, spostandola su altri problemi, sempre i soliti peraltro. Non è aizzando la cattiveria che si governa una comunità», conclude la nota.
DI COSA PARLANO? DELL?APPROVAZIONE DI IERI
Case Itea, passa la linea Fugatti. Quella che prevede la revoca del contratto all’intero nucleo familiare, nel caso in cui uno dei suoi componenti sia giudicato colpevole in via definitiva per un reato con pena non inferiore ai 5 anni.
La norma è stata approvata ieri pomeriggio, durante la maratona del bilancio che si concluderà questa mattina, dopo un dibattito rovente. Caratterizzato dai toni forti degli interventi della minoranza, che ha definitivo le nuove regole inaccettabili. Incostituzionali.
Per Paolo Ghezzi (Futura) di stampo fascista: «L’estensione della responsabilità individuale e penale individuale ai componenti della famiglia è un tipico istituto dei regimi dove non c’è la libertà e non c’è la democrazia, dei regimi degli anni ’40 del secolo scorso».
Fugatti ha provato a cercare un accordo con la minoranza, proponendo un emendamento attenuativo. Se all’interno del nucleo familiare di un condannato - questo in sintesi il suo contenuto - ci sono un disabile grave o una donna che ha subito violenza, a lasciare l’alloggio dovrà essere solo la persona che ha commesso il reato. E si dava ampia discrezionalità alla giunta nella valutazione dei singoli casi.
Il tentativo del governatore è però fallito. Anzi, ha aumentato il livello di tensione in aula. Durissimo Ugo Rossi (Patt): «Lasciamo perdere l’emendamento, presidente, votiamo solo l’articolo che è meglio».
Nel dibattito, che ha preceduto il voto finale, è intervenuto anche Luca Zeni (Pd): «Questo articolo dice che se qualcuno 10 anni fa ha commesso un delitto, tutta la famiglia viene punita oggi con la perdita dell’immobile. Tra l’altro questa norma si presta molto a ricorsi, perché è “borderline” con il diritto».
Alessandro Olivi (Pd) ha parlato di provvedimento cattivo: «Stiamo discutendo dell’edilizia abitativa, una sorta di bene comune di una collettività e stiamo affrontando questo argomento sul versante di una pericolosa estensione del diritto penale e di una esagerata declinazione del tema della sicurezza. Ciò che state facendo è un gravissimo errore ed una ennesima e inutile cattiveria. È questo oggi il problema del Trentino? Nella norma non c’è nulla di civile e soprattutto è drammatico che non ci sia un euro sulla casa e non ci sia nulla che risponda ai nuovi bisogni abitativi dei trentini».
Paola Demagri (Patt) ha espresso la sua totale contrarietà all’attribuzione alla giunta di un potere valutativo della possibilità di restare o meno nell’immobile, che introduceva una discrezionalità illimitata.
Alex Marini (5 Stelle) ha definito questo articolo “ipocrita”, così come ha bollato come ipocrita l’aver respinto il suo emendamento sull’Osservatorio sulla criminalità organizzata: «Non mi sembra che il problema sia quello della criminalità nelle case Itea».
Pesante l’affondo di Lucia Coppola (Futura), che rivolta a Fugatti ha dichiarato: «Vi rendete responsabili di qualcosa che è al di fuori del vivere civile delle persone, nel momento in cui non permettete alla gente di redimersi e riabilitarsi come invece prevede la Costituzione».
Di tutt’altro tenore le parole di Mara Dalzocchio (Lega): «C’erano già, in Itea, delle regole simili a quelle che introduciamo ora. Le opposizioni hanno strumentalizzato tutto per dei motivi politici».
La votazione finale si è conclusa con 18 sì, 14 no e un astenuto: il consigliere di maggioranza Claudio Cia (Agire). Che ha affermato: «Faccio fatica a riconoscermi umanamente in tale norma, così come è formulata, anche perché ho esperienza diretta di situazioni di questo tipo, in cui le famiglie sono ignare o sicuramente non complici di reati di un componente del nucleo. Il governatore Fugatti ha provato a migliorare il provvedimento, ma una parte dell’emiciclo glielo ha impedito».