«Craxi era uno statista paragonabile a De Gasperi» parola di Berlusconi
Altro che Tangentopoli e lancio di monetine davanti all’Hotel Raphael di Roma, Bettino Craxi era uno statista paragonabile ad Alcide De Gasperi: parola di Silvio Berlusconi.
«Bettino Craxi era capace di una lealtà personale disarmante. Siamo stati amici per tanti anni e posso testimoniare che poche altre volte nella vita ho avuto la fortuna di un’amicizia sincera e disinteressata come la sua. Era esattamente il contrario di come lo ha dipinto la stampa prevalente. Insieme ad Alcide De Gasperi, Bettino Craxi fu l’unico uomo politico italiano del Dopoguerra a meritare di essere definito uno statista. È stato uno dei pochi leader politici ad avere una visione di lungo periodo, a capire che la democrazia italiana era malata di immobilismo e di mancanza di ricambio della classe dirigente». Così il leader Fi Silvio Berlusconi al Tg2 Dossier per lo speciale su Bettino Craxi in onda questa sera.
«Proprio lui - sostiene Berlusconi - che è considerato un emblema della Prima Repubblica, in realtà ne vide in anticipo la fine. Il suo fu un appassionato, orgoglioso tentativo di superare la democrazia bloccata, di modernizzare le istituzioni, di spezzare la logica perversa del compromesso storico, di creare una sinistra moderna lontana dall’ideologia comunista. Se glielo avessero fatto fare, l’Italia sarebbe un Paese assai migliore». Per la prima volta nel Dopoguerra, sostiene il Cavaliere, «l’Italia con Craxi ebbe una sua politica estera, alleata senza esitazioni con l’Occidente, ma attenta ai nostri interessi nazionali e capace di cogliere quello che stava accadendo nel mondo. Rileggendo oggi, a distanza di trent’anni, le pagine di Craxi sul Mediterraneo, l’Europa, il Medio Oriente non può non sorprendere l’attualità dei suoi giudizi».
«Non è detto che - sostiene Berlusconi - si debbano condividere tutte le sue scelte di politica internazionale, ma è innegabile che tutte siano state fondate su un altissimo senso della dignità e dell’interesse dell’Italia, Patria che amò visceralmente e che, ingrata, lo costrinse a morire in esilio».
Nella foto sotto Silvio Berlusconi con Bettino Craxi negli anni d'oro della "Milano da bere".