26 anni fa l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin La Fnsi: «Noi non archiviamo»
«Attraverso l’Archivio digitale Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, pubblicato sul sito della Camera, sono stati infatti resi accessibili direttamente sia i documenti già in origine liberamente consultabili sia quelli sinora declassificati per iniziativa della Presidenza della Camera.
Continueremo a lavorare in questa direzione e mi impegno ad avviare una nuova procedura di interpello alle autorità competenti per la declassificazione di atti che riguardano questa tragica vicenda. Perseguire la verità e la giustizia, con determinazione e senza esitazioni. Solo in questo modo potremo rendere il doveroso omaggio a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, due straordinari protagonisti del giornalismo di inchiesta della nostra epoca, che hanno fatto della ricerca costante della verità e della sua narrazione la loro missione sino al sacrificio della propria vita». Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico sottolineando che «a distanza di ventisei anni non è stata ancora fatta giustizia sulla barbara uccisione della giornalista Rai Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin».
«I vari processi, così come la Commissione parlamentare d’inchiesta che ha lavorato all’inizio degli anni 2000, non hanno infatti consentito l’identificazione dei colpevoli e dei mandanti. Restano ancora troppi - ribadisce Fico - gli interrogativi e le zone d’ombra; troppi i sospetti di depistaggi, errori, omissioni nelle indagini. Per questo la Camera dei deputati ha avviato da tempo le procedure di declassificazione di documenti formati ed acquisiti dalla Commissione d’inchiesta Ilaria Alpi».
Sulla vicenda ha preso posizione anche la Federazione nazionale della stampa:
«Il 20 marzo del 1994 venivano assassinati a Mogadiscio Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, inviati del tg3 che stavano indagando sui traffici illeciti tra Somalia e Italia.
Da 26 anni si attendono quella verità e quella giustizia invocate, sino all’ultimo istante della loro vita, da Luciana e Giorgio Alpi.
Dopo la loro morte abbiamo deciso di prendere sulle nostre spalle il loro dolore e di impedire che il cinismo dominante e l’oblio potessero cancellare la memoria e favorire l’archiviazione definitiva del fascicolo giudiziario.
Da qui la nascita del movimento #noinonarchiviamo che ha messo insieme la federazione della stampa, il sindacato dei giornalisti Rai, articolo 21, libera contro le mafie, libera informazione, Lega ambiente, il comitato di redazione del Tg3, amiche e amici di Ilaria e Miran, a partire da Mariangela Gritta Grainer che ha raccolto l’eredità morale della famiglia Alpi.
Oggi, paradossalmente, scadono gli ulteriori sei mesi di proroga delle indagini strappate dagli avvocati Carlo Palermo e Giulio Vasaturo.
Il tribunale potrebbe tornare a chiedere l’archiviazione.
E noi ci opporremo perché é giunto il momento che Le istituzioni dispongano la desecretazione degli atti ancora riservati.
I giudici li hanno più volte richiesti, invano!
Eppure in quelle carte, particolarmente nei rapporti riservati trasmessi nelle prime ore, potrebbero esserci elementi capaci di rivelare la mappa delle complicità e delle collusioni risalenti a servizi deviati, a politici corrotti, al giro delle tangenti legate ai rifiuti tossici nocivi.
Dopo 25 anni quelle carte vanno rese pubbliche e trasmesse ai magistrati.
Per questo nuovo non molleremo la preso e, da oggi, torneremo a chiedere a tutte le autorità costituzionali ed istituzionali, a partire dal presidente del consiglio e dai presidenti delle Camere, di reclamare la consegna dei documenti e di unirsi alle voci di chiede verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin».