La Provincia è pronta a fare la "postina" per integrare i servizi di Poste italiane
«È priorità della nuova giunta provinciale - in ragione delle peculiari caratteristiche territoriali ed orografiche del Trentino oggetto di possibili fenomeni di marginalità, principalmente nelle zone montane - garantire lo sviluppo e la valorizzazione dell’intero territorio provinciale, eventualmente anche attraverso forme di integrazione a carattere complementare tra le prestazioni di Poste Italiane e gli interventi e le iniziative attivate dalla Provincia». È la risposta data dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ai consiglieri del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi e Alex Marini, che chiedevano chiarezza sui 10 milioni di contributo assegnati a Poste Italiane.
L’interrogazione è del 22 novembre 2018, la risposta del 12 agosto 2020, più lenta dei corrieri del Pony Express nel Far West.
Ma è l’occasione per fare il punto su alcuni nodi del servizio postale in Trentino.
Primo, Fugatti fa sapere che la Provincia, se necessario, è pronta, come sopra anticipato, ad attivare «forme di integrazione a carattere complementare», di mettersi in proprio a fare la “postina”.
Secondo: «laddove il nuovo modello “Joint Delivery” andrà a sovrapporsi territorialmente alle zone coperte dall’atto convenzionale si provvederà in fase di rendicontazione alla decurtazione della relativa quota dal compenso annuale spettante alla Società».
Il “Joint Delivery” introdotto da Poste Italiane, è quello che prevede il portalettere business che assicura il recapito dei quotidiani e della posta pregiata, come le raccomandate. Se questo è il modello di recapito - era la questione posta da Degasperi e Marini - che senso ha che la Provincia finanzi Poste Italiane? Piuttosto, come in provincia di Bolzano, andrebbe assicurata «in ogni area del nostro territorio la distribuzione giornaliera di tutta la corrispondenza senza discriminazioni per tipologia di prodotto».
Fugatti rammenta che nella convenzione con Poste Italiane (sottoscritta dalla precedente giunta nel febbraio 2018), è previsto che non ci sia compensazione del servizio di recapito integrativo, se sarà introdotto un modello di recapito dei prodotti postali ed editoriali tutti i giorni lavorativi (escluso il sabato) in sostituzione del modello a giorni alterni.
Terzo aspetto: l’ipotesi di un centro logistico per la corrispondenza generata in Trentino, in sostituzione di quello di Padova, sollecitato dai due consiglieri. «La società ha ribadito» ricorda Fugatti «che tale scelta non migliorerebbe in alcun modo la qualità del servizio oggi resa».
Quarto: è rinnovato l’impegno di Poste Italiane «a mantenere invariato ed in ogni caso a non ridurre il numero degli uffici postali localizzati sul territorio provinciale nei comuni con meno di cinquemila abitanti».
Quinto: l’aspetto occupazionale. Poste Italiane, segnala Fugatti, «ha confermato che l’operatività della Convenzione ha creato 32 nuovi posti di lavoro», anche mediante la stabilizzazione del personale a tempo determinato. «È stata inoltre confermata l’anticipazione oraria del turno di lavoro per i portalettere della provincia di Trento (dalle 8.30 alle 7.30 per i centri maggiori e dalle 8.30 alle 8.00 per i centri minori, sia sulle linee base che sulle linee business), a garanzia del rispetto dei tempi di consegna indicati in convenzione».