Mattarella: «Vaccinarsi è un dovere se vogliamo ritrovare la nostra quotidianita»
La sofferenza per un anno che ha lasciato dietro di sé lutti, difficoltà economiche, disuguaglianze sociali. La speranza di poter ritrovare la quotidianità e la serenità. Il grazie per l'impegno a tutti i cittadini, a medici e personale sanitario, a forze dell'ordine, all'Europa. E un richiamo preciso: vaccinarsi è un dovere. Questi i punti chiave del discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«A tutti deve essere consentito di vaccinarsi gratuitamente. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità. Un dovere. Di fronte a una malattia che provoca tante morti è necessario proteggere la propria salute" per proteggere anche quella degli altri. Io mi vaccinerò appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza».
Ricostruire e ripartire. Sono le parole d'ordine sottolineate con forza dal Capo dello Stato nel suo discorso di fine anno, preparando il quale Mattarella non ha nascosto di aver avuto più d'una "difficoltà a trovare le parole adatte per esprimere gli auguri" agli italiani in un periodo in cui "convivono angoscia e speranza", un periodo in cui "la pandemia mette a rischio le nostre esistenze". Ripercorrendo le fasi salienti della pandemia in Italia, Mattarella ha parlato di un "virus sconosciuto e imprevedibile" che "ci ha colpito prima di ogni altro paese europeo", rievocando il "pensiero straziante di chi moriva lontano dai propri cari". Quindi il capo dello Stato ha ricordato l'estate e il suo "diffuso rilassamento", al quale ha fatto seguito "a settembre la seconda offensiva del virus: ancora contagi, siamo oltre due milioni, e il dolore che si rinnova". "Il mondo - ha detto Mattarella - è stato colpito duramente, ovunque, e l'Italia ha pagato un prezzo molto alto".
"Un prezzo - ha aggiunto Mattarella - del quale serve fare memoria". "La pandemia - ha proseguito l'inquilino del Quirinale - ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche. Abbiamo perso posti di lavoro. Donne e giovani sono stati particolarmente penalizzati. Lo sono le persone con disabilità. Tante imprese temono per il loro futuro". Allo stesso tempo, però, "Sono emersi segnali importanti che incoraggiano una speranza concreta". A cominciare dall'entrata in scena dei vaccini che dovranno essere alla portata di ogni cittadino. Un punto che il Capo dello Stato ha sottolineato con energia: "A tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili". Dunque, "dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza anche io mi vaccinerò" ha detto il capo dello Stato.
Mattarella ha quindi sottolineato il ruolo fondamentale svolto nell'emergenza sanitaria dall'Ue, capace di far prevalere i valori comuni sui particolarismi in un processo virtuoso del quale l'Italia "è stata protagonista". "La pandemia - ha detto Mattarella - ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri". "L'emergenza sanitaria ha fatto riaffiorare il valore della solidarietà come base necessaria della convivenza e della società. Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all'interno delle nostre comunità". In tal senso, "il 2021 deve essere l'anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa". Un anno che dovrà essere vissuto anche nel segno della solidarietà, mettendo in atto quei gesti di generosità ricevuti nei momenti più bui del 2020 spesso da sconosciuti, primi tra tutti i medici e il personale sanitario che ha combattuto il Covid in prima linea. "La pandemia - ha detto ancora Mattarella - ha accentuato limiti e ritardi del nostro Paese. Si poteva fare di più e meglio? Probabilmente sì, come sempre". Ma non va dimenticato quanto di buono è stato fatto in quanto "abbiamo avuto la capacità di reagire, la società ha rallentato ma non si è fermata. Non siamo in balia degli eventi. I mesi prossimi saranno decisivi. Non sono ammesse distrazioni, non si deve perdere tempo". Soprattutto, non bisognerà "sprecare energie per inseguire illusori vantaggi di parte".