Degasperi: «Dalla giunta solo risposte evasive alle interrogazioni. Per esempio su sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare»
««Cosa si aspetta un consigliere quando presenta un'interrogazione?»
Il consigliere provinciale Filippo Degasperi critica la giunta Fugatti sulla questione assai delicata del rapporto fra l’esecutivo e la minoranza assemblea legislativa.
Degasperi lamenta, in particolare, lo scarso peso attribuito alle interrogazioni presentate per chiarire questioni spesso di forte rilievo sociale: le risposte aride e tecnocratiche generalmente non chiariscono i contorni della vicenda sollevata dal consigliere. Eppure proprio su questo registro, osserva l'ex M5S, l'allora opposizione di centrodestra criticava la giunta guidata da Ugo Rossi, nella legislatura passata.
Un caso, fra gli altri, menzionato dall’esponente di Onda civica è la condizione del servizio di veterinaria pubblica in Trentino, con particolare riferimento al venir meno della distinzione fra il personale del dipartimento e quello dell’Apss.
Il ricorso di piazza Dante a professionisti «in comando» ma dipendenti dell’Apss, crea, secondo Degasperi una situazione che mette in dubbio le garanzie di terzietà.
«Cosa si aspetta un consigliere – osserva Degasperi - quando presenta un'interrogazione sull’operato del governo provinciale? Semplicemente la consapevolezza che la norma è applicata, pianificata,attuata e soprattutto monitorata da parte dei funzionari competenti per la materia in oggetto dell’interrogazione.
Questo al fine di verificare se i risultati ottenuti sono congrui al tempo e concorrono,o peggio, non concorrono al perseguimento dell’obbiettivo politico che l’assessora o l’assessore si sono posto.
Obiettivo politico inteso come progetto strategico e di visione per il futuro bene complessivo del Trentino.
Quello che mi ha sorpreso e mi sorprende tuttora è come il governo provinciale, rappresentato dal presidente, si rapporti con l’esercizio delle funzioni del consigliere provinciale.
Funzioni che sono quelle di proporre nuove norme o precisazione più puntuale delle norme già in essere.
Sorpreso proprio da chi era la più forte forza politica di opposizione e che invece, da inizio legislatura, si sta comportando come fosse stato colpito da un attacco di reset grillino deludendo tutte le promesse fatte prima di arrivare al governo provinciale.
Affidare le risposte alle interrogazioni a funzionari che operano per declinare a livello operativo l’atto legislativo, quindi politico, dovrebbe significare che qualcuno verifichi che abbiano ben compreso l’importanza del dettato normativo.
Ecco perché i diversi livelli dirigenziali, dirigenti di servizio, capi dipartimento, prima di sottoporre alla firma della risposta all’interrogazione all’assessora o assessore dovrebbero verificare che la risposta sia coerente per modalità e tempi all’indirizzo politico dato dal governo provinciale.
Senza dimenticare che quando all’opposizione nell'ultima legislatura, l’attuale forza di governo, non faceva passar giorno senza attaccare le stesse forze istituzionali che ora preparano a loro stessi gli atti legislativi.
Prendo solamente per esempio le risposte datemi alle mie interrogazioni sulla “rete di sorveglianza epidemiologica e veterinario aziendale”.
Gli elementi forniti in risposta alle mie diverse interrogazioni dall’assessora Segnana non mi hanno sorpreso per la poca valenza attribuita ad altri aspetti di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare oggetto di mie precedenti interrogazioni.
Ricordo che il precedente governo provinciale aveva posto in urgenza la materia della sorveglianza epidemiologica e delle connesse funzioni in capo al veterinario aziendale all’attenzione del consiglio provinciale facendo presente che non si poteva attendere che il governo nazionale intervenisse con propri atti sulla materia.
Ricordo le mie perplessità sull'argomento presentando interrogazioni e un disegno di legge.
Ora l’assessora Segnana risponde che non si può far nulla in materia di raccolta dati epidemiologici, così importanti per la salute animale e umana, e che per legge l’allevatore stesso deve fornire i dati o tramite il veterinario aziendale.
Inoltre risponde che l’Apss non ha avviato nessuna specifica azione per sensibilizzare gli allevatori perchè a livello nazionale il sistema è ancora in fase di implementazione.
Ovviamente le risposte alle interrogazioni non sono date dall’assessora Segnana che firma solamente il documento preparato dai veterinari dell'assessorato che però dal 2015 sono veterinari dell'Apss in comando all'assessorato.
La domanda sorge spontanea: come si fa in questo modo a garantire la terzietà dell'operato, in questo caso, della veterinaria pubblica?
Perché l’assessorato provinciale alla salute ha smesso di avvalersi di un’organizzazione tecnica veterinaria (con costi sicuramente più bassi per la collettività), per scegliere invece di avvalersi di veterinari Apss in comando?
La risposta è stata così fan tutti… mentre si continua a strologare sui più vari argomenti e a far tavoli su tavoli, ora anche on line, continuando questo tradizionale, florido ed eccellente ramo della falegnameria della politica trentina».