Parigi, la sindaca Hidalgo chiede la chiusura delle scuole
In diverse zone della Francia la pandemia continua a mettere in difficoltà gli ospedali. Aumento dei contagi anche in Giappone
Ha superato quota 128 milioni il numero di contagi da Covid-19 riportati in tutto il mondo da inizio pandemia, secondo i dati dell'università americana Johns Hopkins.
I decessi sono stati quasi 2,8 milioni, le guarigioni 72,6 milioni.
Il Paese più colpito in termini assoluti dal nuovo coronavirus restano gli Stati Uniti, con 30,3 milioni di casi e 551 mila morti su 328 milioni di abitanti. Seguono il Brasile (12,5 milioni, 313 mila), l'India (12 milioni, 162 mila) e il Messico (2,2 milioni, 201 mila).
La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha chiesto stamattina la chiusura delle scuole nella capitale francese, vista la situazione sanitaria "gravissima" e la "grandissima disorganizzazione" negli istituti.
Le classi chiuse sono oggi 850 a Parigi. Il tasso di incidenza del Covid fra i ragazzi di 15-19 anni è di 850 per 100.000 abitanti a Parigi, secondo la sindaca.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlerà questa sera alla Nazione, in un messaggio previsto alle 20. Il capo dello Stato si rivolgerà ai connazionali dopo il consiglio di difesa sanitario chiamato a fare il punto della situazione e valutare una nuova stretta contro la recrudescenza del coronavirus.
Si potrebbe estendere ad altri dipartimenti il regime di lockdown in atto (con spostamenti solo in parte limitati) o anche rafforzarlo nelle aree più colpite, come appunto quella parigina, dove le terapie intensive sono in forte difficoltà.
Ieri in Francia erano oltre 4mila i posti in rianimazione occupati da pazienti covid.
Nuova ascesa dei contagi da coronavirus anche in Giappone, nei maggiori centri urbani ma anche nelle aree rurali dell'arcipelago, a una settimana dal termine dello stato di emergenza. La prefettura di Osaka, a ovest della capitale, ha segnalato oltre 400 casi giornalieri martedì, il livello più alto in oltre un mese, per molti dei quali non c'è tracciabilità. Un elemento, quest'ultimo, che ha portato il governatore della prefettura, Hirofumi Yoshimura, a decretare il possibile "arrivo della quarta ondata" dell'agente patogeno.
Yoshimura ha inoltre detto che intende chiedere al governo centrale maggiore autorità per implementare misure più stringenti alle attività commerciali, tra le quali l'obbligo di una chiusura serale anticipata dei ristoranti e dei bar. Analogo discorso per Tokyo, con il governo metropolitano che ha registrato 364 positività, in rialzo per l'undicesimo giorno consecutivo. Preoccupazione è stata espressa dai governatori delle prefetture di Miyagi e Yamagata, a nord est del Paese, dove le strutture ospedaliere sono in sofferenza.
Nel frattempo la campagna vaccinale procede a rilento.
Il governo ha deciso di partire con il personale sanitario da metà febbraio, e ad oggi sono state eseguite poco più di 800mila inoculazioni. Dal 12 aprile si procederà con l'immunizzazione dei cittadini con più di 65 anni, circa 34 milioni di persone, e successivamente i pazienti con gravi patologie cliniche. Attualmente soltanto il vaccino della Pfizer ha ricevuto il via libera del ministero della Salute, mentre Moderna e AstraZeneca sono ancora in attesa della approvazione.
Il ministro alla guida del piano nazionale di vaccinazione, Taro Kono, prevede un'accelerazione nella somministrazione dei vaccini in maggio con l'autorizzazione dell'antidoto di AstraZeneca.
A differenza della Pfizer, ha spiegato Kono, le 120 milioni di dosi acquistate verranno prodotte in Giappone, facilitandone la distribuzione. In più di un'occasione il governo di Tokyo ha puntato l'indice sulle scelte dell'Ue di restringere le forniture dallo stabilimento in Belgio della BioNTech, controllato dalla statunitense Pfizer, piuttosto che criticare le scelte dell'alleato Usa di restringere gli approvvigionamenti per dare priorità alla vaccinazione della propria popolazione.
Dall'inizio della pandemia il Giappone ha registrato 472.325 contagi di coronavirus, con 9.120 decessi accertati.
La Cina segnala un focolaio di covid-19 al confine con la Birmania dato che almeno 9 persone sono risultate finora positive ai test a Ruili, città nella provincia di Yunnan. Secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie, il primo caso è stato rilevato a lunedì, mentre i successivi sono emersi soprattutto tra i contatti più stretti del paziente 'zero'.
Allo stato, cinque contagiati sono cittadini cinesi e quattro sono cittadini del Myanmar, ha riferito un rapporto postato sul web dalla Commissione sanitaria provinciale, tutti di età compresa tra i 22 ei 42 anni. La città di Ruili, con una popolazione di circa 210.000 persone, ha detto che tutti i residenti sarebbero stati testati sul Covid-19 con l'obbligo di rimanere in quarantena a casa per una settimana. Il complesso residenziale in cui sono state trovate le infezioni è stato sottoposto a blocco immediato.
La città ha anche ordinato una stretta contro coloro che attraversano il confine illegalmente e, a tal proposito, sono stati istituiti posti di blocco per limitare l'ingresso ai veicoli legati all'epidemia.
La Cina ha in larga misura portato sotto controllo la diffusione del coronavirus in tutto il Paese adottando misure rigorose ogni volta che è emerso un focolaio: Ruili, infatti, ha disposto la chiusura di tutte le attività tranne quelle collegate a supermercati, farmacie e mercati alimentari.