Smascherata una truffa telematica da 300mila euro
La polizia mette fine all'attività di due malviventi che erano riusciti a manomettere le centraline telefoniche per sostituirsi agli impiegati della banca che dovevano confermare la copertura dell'assegno (ovviamente falso). Numerosi i colpi messi a segno in tutto il Nord Italia
BOLOGNA. Acquistavano online Rolex e altri orologi di lusso pagando con assegni falsi ma che le vittime credevano autentici dopo aver verificato chiamando la banca di riferimento. Tuttavia all'altro capo del telefono c'era uno dei truffatori che, manomettendo una centralina telefonica, si era sostituto all'impiegato dell'istituto di credito.
È il sistema escogitato da una banda smascherata dalla squadra Mobile della questura di Bologna e ritenuta responsabile di decine di 'colpi' di questo tipo messi a segno nelle ultime settimane in tutto il Nord Italia, in particolare fra Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia e Piemonte, con un bottino stimato in circa 300mila euro.
L'ultima azione è stata intercettata mercoledì ad Altedo, nel bolognese, dalla polizia che ha arrestato due persone, un 31enne e un 33enne entrambi di Napoli.
Sono accusati di truffa, interruzione illecita di comunicazioni telefoniche, sostituzione di persona e danneggiamento. Uno è stato sorpreso accanto a una cabina Telecom, che aveva manomesso isolando temporaneamente le linee telefoniche di una vicina banca in modo che le chiamate finissero sul cordless utilizzato dal complice, fermo in auto poco lontano.
Da lì, fingendosi funzionario della stessa banca, aveva rassicurato la vittima di turno, un 51enne di Pisa, su autenticità e copertura dell'assegno da 11.600 euro che l'uomo aveva ricevuto a pagamento del Rolex.
L'operazione ha permesso di sequestrare le apparecchiature elettroniche utilizzate per la manomissione e anche l'assegno, risultato contraffatto ma molto verosimile.
La successiva attività investigativa ha permesso di sventare un'altra truffa analoga, ai danni di un piemontese che stava vendendo agli stessi soggetti un orologio da 30.000 euro.
Secondo gli investigatori i due arrestati sarebbero il terminale operativo di un'organizzazione articolata, con base sempre a Napoli, sulla quale le indagini sono ancora in corso.