Finlandia, vince l'austerity del conservatore Orpo che scalza il welfare della socialdemocratica Marin
Alla giovane premier uscente non basta la popolarità: entrambi i partiti si attestano attorno al 20%, così come l'estrema destra. Ora le trattative per formare una coalizione, fra gli alleati di Marin in flessione i versi e bene i centristi
BRUXELLES. Sanna Marin esce sconfitta dalle elezioni in Finlandia. La sua popolarità non è stata sufficiente ai socialdemocratici, che sono stati scalzati dai conservatori.
Al termine di uno spoglio caratterizzato da un prolungato testa a testa, il leader della Coalizione nazionale Petteri Orpo ha rivendicato la vittoria, e la premier uscente gliel'ha concessa.
A far rumore anche il boom dell'estrema destra, che diventa la seconda forza del Paese e cresce ai massimi della propria storia.
Dal punto di vista delle percentuali di voto, i conservatori di Orpo ottengono il 20,8 per cento; l'estrema destra il 20,1%, mentre i socialdemocratici sfiorano il 20%.
Seguono i centristi (11,3%), i verdi (7%), entrambi attualmente alleati dei socialdemocratici, l'Alleanza di sinistra (7,1%), il partito Rkp della minoranza svedese (4,3%), i democristiani (4,2%).
La formazione del governo, tuttavia, resta un rebus. Nel voto per il rinnovo dell'Eduskunta, il parlamento monocamerale finlandese, con oltre il 96% dei voti scrutinati il centrodestra è accreditato per ottenere 48 seggi su 200 complessivi, mentre il partito nazional-populista ed euroscettico dei 'Veri Finlandesi' di Riikka Purra ne ottiene 46.
Al partito della premier 37enne uscente ne dovrebbero andare 43.
La foto a poche ore dalla chiusura delle urne lasciava comunque presagire una tortuosa trattativa per la formazione della coalizione che sosterrà il governo, considerando i diversi veti incrociati espressi da alcune forze in campagna elettorale.
Tradizionalmente in Finlandia all'esito delle elezioni, con sistema proporzionale e seggi assegnati per circoscrizioni in base alla popolazione, il partito più votato cerca di formare la coalizione di governo e indica il premier ormai dagli anni Novanta. Per la maggioranza servono 101 deputati sui 200 del parlamento.
Sia socialdemocratici di Marin e sia il centrodestra di Orpo sono in decisa crescita rispetto al 2019, in un voto che ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e i timori di recessione.
Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sostiene la giovane premier, con una debacle dei verdi e una tenuta sopra le attese solo del Centro (12,5%), che sarà decisivo nella formazione di una coalizione in cui anche un deputato fa la differenza.
Nel 2019, l'Spd ha conquistato la leadership per appena un seggio di vantaggio su Purra (con il 17,7% contro il 17,5% ottenuto dai Veri Finlandesi).
Il voto in Finlandia arriva a pochi giorni dall'ultimo via libera mancante per lo storico accesso alla Nato, con la ratifica in Turchia arrivata giovedì, ma il tema è talmente condiviso da esser rimasto fuori dal dibattito.
La 37enne Marin, molto nota all'estero, popolarissima in patria, anche grazie a una gestione esemplare della pandemia, ha spostato a sinistra i socialdemocratici nella campagna elettorale, puntando su welfare e soprattutto sull'istruzione che ritiene capace di far risalire la ricchezza del Paese, attribuendo invece l'aumento del debito pubblico solo alla pandemia e crisi in ucraina e dicendosi contraria a ogni taglio alla spesa.
La Coalizione di Orpo chiede invece misure di austerity per 6 miliardi di euro, per riportare il debito pubblico sui valori virtuosi dell'Ue.
I Veri Finlandesi esprimono invece posizioni apertamente anti-migranti e euroscettiche, a partire dalla richiesta di non rispettare l'impegno per la neutralità climatica nel 2035, senza rinnegare il vecchio obiettivo nel lungo termine di 'Fixit', l'uscita della Finlandia dall'Unione europea.