Raid a Gaza, 17 morti tra gli sfollati in chiesa: c'è anche un'operatrice Caritas con la famiglia
L'organizzazione ecclesiastica riferisce che i feriti sono decine, erano 411 le persone che per sfuggire ai bombardamenti avevano trovato rifugio nell'antico luogo di culto: l'esplosione in una sala adiacente. Il ministro Tajani: "Tenere al di fuori di qualsiasi iniziativa militare la popolazione civile, da una parte e dall'altra. Chiediamo la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas e lavoriamo per evitare l'espandersi del conflitto"
CITTÀ DEL VATICANO. Colpita a Gaza una volontaria della Caritas e la sua famiglia: lo riferisce la sede di Gerusalemme del'organizzazione ecclesiastica. "La notte scorsa è stata colpita la sala adiacente alla chiesa di San Porfirio a Gaza, che offriva rifugio a 411 persone. Tra queste c'erano 5 membri dello staff di Caritas Gerusalemme, insieme alle loro famiglie. Viola, una tecnica di laboratorio di Caritas Gerusalemme di 26 anni, è stata uccisa insieme al suo bambino e al marito. Tra le vittime ci sono anche la sorella di Viola e i suoi due figli. Al momento in cui scriviamo il bilancio ammonta a 17 morti, con decine di altri feriti. Purtroppo, si prevede che nel corso delle ore i numeri aumenteranno".
Secondo quanto riferisce il quotidiano Avvenire, nella chiesa greco-ortodossa colpita dal raid aereo israeliano, avevano trovato riparo centinaia di sfollati, per la precisione 411. La chiesaè la più antica di Gaza City e ora si teme che il bilancio delle vittime possa rapidamente aggravarsi.
Frattanto, dalla Farnesina arriva un nuovo appello sulla necessità di non colpire la popolazione civile.
"Il nostro appello a tutti è sempre di rispettare i diritti umani, di rispettare il diritto internazionale e tenere al di fuori di qualsiasi iniziativa militare la popolazione civile, da una parte e dall'altra", ha dichiarato il ministro degli esteri, Antonio Tajani, dopo il colloquio col presidente tunisino Kais Saied.
"Ho riferito al presidente Saied e al ministro degli Esteri tunisino che l'Italia continua a lavorare affinché non ci sia un allargamento del conflitto". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo il colloquio col presidente tunisino Kais Saied. "Ho riferito la posizione dell'Italia, chiediamo la liberazione degli ostaggi e ci auguriamo e lavoriamo perché possa essere aperto il valico di Rafah e possano arrivare i rifornimenti alimentari e medicine per il popolo palestinese a Gaza e anche che possano uscire dalla Striscia i nostri concittadini che in alcuni casi hanno doppia cittadinanza italiana e palestinese".