La giovane operaia morta in fabbrica, forse un errore umano la causa dell'incidente
Anila Grishaj, 26 anni, era in servizio in un'azienda alimentare di Pieve di Soligo (Treviso): un macchinario dell'imballaggio l'ha colpita, schiacciandole le vertebre cervicali. La Procura della Repubblica ha avviato un'inchiesta per l'ipotesi di omicidio colposo. I sindacati hanno organizzato un sit-in all'esterno dello stabilimento
TREVISO. L'incidente nel quale ha perso la vita ieri Anila Grishaj, operaia di 26 anni in servizio all'azienda alimentare Bocòn, di Pieve di Soligo (Treviso), potrebbe essere stato causato da un errore umano. Lo si apprende da fonti investigative, secondo le quali il meccanismo che ha provocato il trauma mortale sarebbe stato azionato inavvertitamente da un collega della vittima. La donna si trovava in una posizione pericolosa, ma nella convinzione che il dispositivo fosse disattivato. La macchina è stata sequestrata.
La Procura della Repubblica di Treviso ha intanto avviato un'inchiesta per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. I sindacati hanno organizzato stamani un sit-in all'esterno dello stabilimento, tra i cui dipendenti non ci sono lavoratori iscritti al sindacato. L'intenzione delle associazioni è comunque quella di chiedere un'assemblea, al fine di affrontare con più attenzione il tema della sicurezza.
Un macchinario dell'imballaggio, dove la ragazza stava operando, acquisito di recente, l'ha colpita, schiacciandole le vertebre cervicali e provocando lesioni mortali.
In mattinata nell'azienda è tornata una delegazione di ispettori dello Spisal. Secondo quanto si è appreso, l'attività produttiva questa mattina è ripresa regolarmente, mentre è rimasto chiuso un locale collegato alla società, ospitato nello stesso stabile, in cui si effettuano attività di ristorazione.
La tragedia ricorda da vicino la morte di Luana D'Orazio, l'operaia 22enne, mamma di un bambino, morta stritolata dentro un orditoio nel 2021, a Prato, durante il turno di lavoro nella ditta tessile che l'aveva assunta come apprendista. Luana finì dentro l'ingranaggio dell'orditoio, la macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto; il macchinario, emerse poi, era stato modificato per farlo funzionare in automatico e velocizzare il lavoro. E questo non è l'unico gravissimo incidente della giornata.
Un altro operaio, di 59 anni, è deceduto in un incidente sul lavoro che si è verificato all'interno del polo chimico di Ravenna. L'uomo, per cause ancora da chiarire, è stato colpito da un escavatore mentre lavorava all'interno di un cantiere. A Sedigliano, in provincia di Udine, invece un giovane è rimasto gravemente ferito dopo essere stato schiacciato dagli pneumatici di un mezzo pesante in manovra ed è stato portato con un volo in ospedale.
Incidente sul lavoro anche in Trentino: un uomo di 43 anni, tecnico manutentore, è rimasto ferito in seguito ad una esplosione mentre stava controllando la caldaia nuova, al primo avvio, che si trova nell'autolavaggio di una officina. Il ferito è rimasto ustionato alle braccia e al volto ed è stato trasportato in codice rosso con l'elicottero all'ospedale Santa Chiara di Trento.
Infine, un incidente è avvenuto anche a Milano, all'interno del Merlata Bloom il "super mall' di 70mila metri quadrati che sarà inaugurato domani nel quartiere Gallaratese. Un operaio è rimasto ferito in maniera non grave. L'uomo, secondo quanto riferito dai carabinieri, intorno alle 12 è precipitato da una scalinata in allestimento procurandosi la frattura della gamba.
Nei primi sette mesi del 2023 sono 559 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 430 in occasione di lavoro (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere (-17,8% rispetto a luglio 2022). Alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d'Aosta e Molise (1). In 20 anni i morti sul lavoro sono stati circa 20 mila.