Il governo ungherese urla contro Ilaria Salis: "Basta interferenze italiane, va punita"
Schiaffo al governo italiano da Szijjártó, ministro degli esteri dell'esecutivo di destra sovranista: ha diffuso un messaggio contro Roma e irriguardoso verso la donna incarcerata. Il tutto subito dopo un incontro diplomatico con l'omologo italiano Antonio Tajani. La reazione indignata del padre dell'insegnante lombarda detenuta a Budapest in condizioni denunciate per il mancato rispetto dei diritti civili e umani: "Torturata per 35 giorni"
ROMA. Nuovo scontro politico-diplomatico lungo l'asse Budapest-Roma sulla vicenda giudiziaria di Ilaria Salis, l'insegnante 39enne detenuta in Ungheria dall'11 febbraio del 2023 con l'accusa di lesioni aggravate ai danni di alcuni estremisti di destra.
Ad accendere le polveri un pesantissimo messaggio diffuso dal governo ungherese in cui si accusa esplicitamente l'esecutivo di Giorgia Meloni di voler condizionare indebitamente lo svolgimento del processo: "È sorprendente che l'Italia cerchi di interferire in un caso giudiziario ungherese", ha scritto sui social il ministro degli Esteri Péter Szijjártó immediatamente dopo aver incontrato il titolare della Farnesina, Antonio Tajani. Un attacco avallato pienamente da Viktor Orban, visto che è stato pubblicato dall'account X del suo portavoce, Zoltan Kovacs.
"Questa signora - ha incalzato Szijjártó - presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un piano chiaro per attaccare persone innocenti per le strade come parte di un'organizzazione di sinistra radicale. Spero sinceramente che riceva la meritata punizione in Ungheria".
Parole nette e del tutto inattese che hanno provocato la reazione della Farnesina. Da parte di Roma, recita un comunicato, non c'è "nessuna volontà di interferenza, ma la chiara intenzione di far pressione per verificare che le condizioni di detenzione rispettino le normative europee che richiamano alla tutela dei diritti umani".
Nel corso dell'incontro, ha fatto sapere la Farnesina, Tajani ha consegnato al ministro ungherese "un nuovo, dettagliato promemoria sulle condizioni detentive della connazionale, evidenziando la necessità di un giusto processo e dell'assicurare la dignità e i diritti fondamentali della signora Salis, sul cui caso è costante l'impegno dell'ambasciata d'Italia a Budapest".
La riunione, a quanto si apprende, si era svolta in un clima di sostanziale cordialità, senza che nulla potesse far prevedere la successiva reazione ungherese.
A fronte della consegna del promemoria, il ministro magiaro avrebbe semplicemente riferito che la questione, anche a Budapest, ha assunto nelle ultime settimane un rilevante valore politico. Nulla di più. Da qui il sospetto che la sua reazione fosse già stata pianificata.
Il botta e risposta ha riacceso lo scontro politico sulla vicenda Salis. "Mi auguro che Tajani - ha attaccato il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni - faccia sapere agli amici ungheresi di Meloni e Salvini che chiedere il rispetto dei diritti civili e umani non vuol dire interferenza. Se poi il governo Orban è allergico alle regole del vivere civile, può sempre uscire dalla Ue in cui indegnamente siede".
Netto anche il Pd. "In base alle parole del ministro ungherese, Ilaria Salis è da considerarsi colpevole prima ancora che sia emessa una sentenza", ha commentato la dem Tatjana Rojc. Per Debora Serracchiani, le parole di Szijjártó sono "inaccettabili".
Infine Lia Quartapelle, molto critica nei confronti del titolare della Farnesina: "Concordava con l'espulsione del partito di Orban dal Ppe e ora si fa rimbrottare da un suo ministro. Da Tajani una profonda involuzione".
Anche Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha reagito furibondo alle parole con cui il ministro magiaro ha definito la figlia: "Dobbiamo chiedergli cosa intende per 'martire', se intende una persona torturata per 35 giorni certo Ilaria è una martire". Intanto, nella prossima udienza anticipata al 28 marzo, il legale chiederà come annunciato nei giorni scorsi gli arresti domiciliari in Ungheria, passaggio necessario per ottenerli eventualmente in Italia. La famiglia Salis ha fatto sapere di aver trovato una "soluzione" a Budapest.
"Ilaria è una persona forte - ha detto il papà -. Due giorni fa mi hanno comunicato dall'Arci di Sieci, vicino a Firenze, che il primo maggio mia figlia riceverà la mimosa d'argento".
Lei, Ilaria Salis, arrestata a Budapes(ANSA)t l'11 febbraio 2023, racconta le sue prime settimane di detenzione in un diario di cui Repubblica ha pubblicato qualche stralcio.
"Una tigre in gabbia", "un mostro sbattuto in prima pagina", "tumulata viva" con lo sport come "unico passatempo perché purtroppo non ho neanche un libro", e "due parole" rivolte ogni tanto "al piccione che si posa sul davanzale al di fuori delle sbarre, allo sgabello o all'armadietto".
"Gyorskocsi Utca. Cella 615. Primi di marzo 2023. Dalla bocca di lupo scorgo alcune guglie e immagino che si tratti di una cattedrale. In seguito scoprirò che in realtà è il Parlamento. Del resto ho trascorso qui a Budapest appena qualche manciata di ore prima di ritrovarmi in manette e della città non so praticamente nulla", racconta i primi tempi.
"L'ora d'aria è l'unico momento durante la giornata in cui vedo altre detenute. Con alcune riesco a comunicare in qualche idioma più o meno noto. Le altre mi scrutano a distanza come se fossi una creatura strana. Forse per gli stivali bizzarri che indosso, forse perché i media locali mi hanno trasformato in un mostro sbattuto in prima pagina e mi precede una sinistra fama di 'flagello dei nazisti', o forse semplicemente perché sono straniera", continua Salis che aspetta "con impazienza i tanto desiderati contatti con le persone care in Italia". Il 9 marzo 2023 è il "ventiseiesimo giorno di prigionia".
"Evviva! E.T. TELEFONO CASA", esclama Ilaria nel diario che finalmente riesce a sentire i suoi: "Parlare nella mia lingua, ascoltare voci affettuose e percepire la vicinanza delle persone scatena in me emozioni devastanti".
Il 10 marzo 2023 le "dicono che il mio arresto sarà rinnovato". Poi riceve la notizia che i suoi contatti "sono vietati, bloccati per ordine della Procura Generale di Budapest capitale. TUTTI. In pratica non posso parlare neanche con mia madre".
"Mi sento tumulata viva, segregata in un mondo alieno, in un baratro oscuro 'dove 'l sol tace' ". (ANSA)