Gli muore la moglie, il generale degli alpini si suicida: Graziano era diventato presidente di Fincantieri
Aveva condotto operazioni internazionali in Libano, Mozambico e Afghanistan, trovato morto con un biglietto d’addio. Il cordoglio dell'Ana
ROMA. Non ha retto al dolore per la morte della moglie. E ha scelto di farla finita nella casa di Roma dove con lei aveva vissuto per tanti anni, una vita insieme. Se n'è andato così il presidente di Fincantieri Claudio Graziano, generale e alpino d'acciaio che aveva condotto operazioni delicatissime in Libano, in Afghanistan, in Mozambico.
«Niente ha più senso» ha scritto in un biglietto prima di finire la vita con un colpo di pistola. Poche parole per esprimere forse un senso di vuoto da quando, nell'aprile del 2023, la moglie era morta dopo una malattia. A trovarlo sul letto, senza vita, è stato un carabiniere della scorta.
Sebbene nulla lasci pensare ad altre ipotesi se non il suicidio la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, atto dovuto per accertamenti di rito.
La morte di Graziano ha sorpreso il mondo economico scompaginando i piani di Fincantieri che ha appena approvato un aumento di capitale fino a 500 milioni per rafforzare il comparto della «subacquea» sul quale l'amministratore delegato Folgiero e Graziano puntavano. Ieri il titolo in borsa ha reagito male ed è calato di oltre il 3% per poi recuperare.
Nel quartier generale non è stato ancora deciso chi raccoglierà le sue deleghe. Folgiero d'altronde, è rimasto colpito, ha perso «un grande manager e un grande amico».
A favore di una Difesa europea, di sforzi per proteggere ciò che corre sui fondali marini del Mediterraneo, dai cavi per le comunicazioni alle pipelines, da difendere dai sottomarini russi, Graziano lascia un vuoto anche tra le istituzioni e la politica unita nel dolore per a perdita di «un servitore integerrimo dello Stato», come lo ricorda la premier Giorgia Meloni. Il presidente Mattarella lo ricorda «uomo generoso e leale».
Il cordoglio dell'Ana.
L’Associazione Nazionale Alpini onora e rimpiange il generale Claudio Graziano. Figura di altissimo profilo, ha incarnato alla perfezione per tutta la sua lunga e brillantissima carriera di servitore della Patria lo spirito e le qualità dell’alpino.
Piemontese, entrato nelle penne nere per vocazione giovanile, nutrita dalla lettura dei capolavori degli autori più noti della nostra storia, da Giulio Bedeschi a Mario Rigoni Stern, passando per Nuto Revelli, Graziano ha percorso tutte le tappe che lo hanno portato, col cappello alpino sempre orgogliosamente in testa, ai vertici dell’Esercito, della Difesa italiana e di quella Europea, per approdare in tempi recenti al prestigioso incarico di presidente di Fincantieri, asset strategico fondamentale del nostro Paese.
Claudio Graziano si è distinto come comandante brillante, umano e lungimirante in numerose missioni all’estero, a cominciare da quella in Mozambico del 1993 con il “suo” Battaglione Susa, l’ultima missione affidata agli alpini di leva, nel trentennale e nel ricordo della quale l’Ana ha avviato la costruzione di una chiesa a Pemba, città del martoriato Paese africano. Ebbe modo di distinguersi per l’abilità della sua azione di comando anche nel delicatissimo teatro libanese, dove eccelsero le sue capacità di mediazione, ottenute grazie al carisma e alle non comuni doti di equilibrio. E maturò un’esperienza decisiva anche in Afghanistan, dove nel 2005 comandava la brigata internazionale nel settore di Kabul.
Proprio in forza di questo suo bagaglio, quando giunse al vertice dell’Esercito nel 2011 si adoperò per migliorarne dotazioni, addestramento e capacità e, scelto al vertice della Difesa, dal 2015 al 2018, impresse un’accelerazione importante ai concetti di operabilità interforze.
Sempre legato a filo doppio alla realtà della nostra Associazione, di cui era socio, Claudio Graziano era stato con noi anche nei giorni di maggio della grandiosa Adunata nazionale di Vicenza, ricevendo l’omaggio dei generali alpini in servizio, a cominciare da quello del gen. Francesco Paolo Figliuolo, che al Teatro Olimpico lo aveva salutato come suo “maestro”.
La sua energica tempra di alpino era stata infine segnata solo dalla lunga malattia e dalla recente scomparsa dell’adorata consorte, Marisa, sua inseparabile compagna di vita.
Avendo nel cuore l’immagine delle tante meravigliose occasioni condivise, perciò, a nome mio personale e di tutta l’Associazione che rappresento, stringo, onorandone la memoria, la figura di Claudio nel più affettuoso e riconoscente abbraccio di alpino, scrive Sebastiano Favero, Presidente Associazione Nazionale Alpini.