Ponte delle dame di Sion? Sì, di S. Francesco
La toponomastica è un fondamentale elemento dell'identità di un territorio. Proprio per questo nel vicino Alto Adige è proprio sulla toponomastica che si giocano gli scontri fra gruppi etnici. Alex Langer, suggeriva di non contrapporre i nomi delle località, ma di farli convivere, quasi si completassero l'uno con l'altro. La stessa cosa si potrebbe fare anche da noi, riscoprendo la denominazione antica dei luoghi, delle strade, dei ponti e delle piazze, da affiancare a quella attuale
Chi passa sul ponte del Fersina che collega via Grazioli con il vicino liceo scientifico «G. Galilei» (ex istituto delle Dame di Sion) si trova davanti alla scritta «Ponte delle Dame di Sion». Senza pretesa di inserirmi nella toponomastica cittadina, tale denominazione ha bisogno di una puntualizzazione. Il pensiero corre agli anni 1926 - '27. Una piena del torrente Fersina nel maggio del 1926 rovinò in maniera irreparabile il ponte di legno che esisteva in luogo dell'attuale. L'Istituto educativo della Dame di Sion, trovatosi fuori di qualsiasi comunicazione doveva percorrere i sentieri della Bolghera per poter accedere alla città. Si pensò immediatamente alla costruzione di un nuovo ponte. Il progetto venne steso dall'ingegner Silvio Untergasser mentre l'esecuzione fu affidata alla vicina ditta meccanica di Camillo Chier. Ponte di ferro a tre settori: quello centrale (larghezza m 2,50) e due passerelle laterali. Il costo del manufatto centrale fu finanziato dalle Dame di Sion, il resto a carico del Comune di Trento che ne assunse anche la manutenzione. Fu inaugurato nel pomeriggio del 25 marzo 1927 con larga partecipazione di autorità civili, religiose e da una folla numerosa (confronta «Vita Trentina» 31.4.1927 e stampa di quei giorni). Venne dedicato a S.Francesco d'Assisi, in occasione del VII centenario della sua morte (1226). Nota a questo proposito, lo scrupoloso cronologo del vicino convento francescano che i frati, in comune accordo con le suore avanzarono la richiesta al Comune, per poter dedicare il ponte a S. Francesco. Richiesta accolta dalla municipalità e da allora «ponte S. Francesco» fu la sua vera denominazione, purtroppo oggi dimenticata. Ne è conferma il telegramma che le suore, per l'occasione, inviarono al ministro della pubblica istruzione dove si accenna al titolo del ponte in parola e alla benedizione del nuovo vessillo della loro scuola. (Il ponte è stato rimodernato alcuni anni fa) Non sarebbe fuori posto - se nulla è contrario - riportare il ponte alla sua primitiva denominazione. Penso che le suore che vissero nel vicino istituto non ne siano spiacenti... e neppure dispiacerà ai frati del convento vicino se il titolo rimane come ora si legge.
Emilio Caldera - Trento
La toponomastica è un fondamentale elemento dell'identità di un territorio. Proprio per questo nel vicino Alto Adige è proprio sulla toponomastica che si giocano gli scontri fra gruppi etnici. Alex Langer, suggeriva di non contrapporre i nomi delle località, ma di farli convivere, quasi si completassero l'uno con l'altro. La stessa cosa si potrebbe fare anche da noi, riscoprendo la denominazione antica dei luoghi, delle strade, dei ponti e delle piazze, da affiancare a quella attuale. E così il ponte delle Dame di Sion del bellissimo lungo Fersina di Trento, potrebbe essere affiancato da una scritta «Già ponte di San Francesco».
p.giovanetti@ladige.it