L’Isa, Dini Ciacci Gershwin e Gibilterra
Ognifesta di compleanno che si rispetti non sarebbe una festa senza lamusica. E così, sabato mattina sul palcoscenico del Sociale - per unacelebrazione annunciata come sobria ma poi diventata solenne, perl’ottantenne Isa che però è un’adolescente classe ’96, quando hacominciato nuova vita come finanziaria, dopo aver ceduto la sua bancaai forestieri - c’era anche un luccicante pianoforte. Al quale si èseduto il luccicante duo Isabella (bella come l'Isa?) Turso-Maurizio Dini Ciacci,introdotto da Alberto Faustini che aveva inaugurato il compleannorievocando il Ventinove con l’Addio alle armi di Hemingway, leperipezie di Trotsky e la prigionia di Pertini e Gramsci, che pareva distare al congresso dell’Internazionale socialista invece che a quellodi una finanziaria cattolica.
Rendendosi conto del contesto da White Finance più che da WhiteChristmas, il maestro Dini Ciacci, conoscitore delle cose del mondo, hafatto un piccolo dietrofront sull’annunciato programma dell’intermezzomusicale, che in effetti ci era parso troppo svisato sul jazz, perun’ottantenne più a suo agio con la musica sacra che con lo swing. Ecosì ha cancellato Cole Porter per proporre Debussy e Ravel, e dare untono più classico all’interludio. Il pianoforte a quattro mani è unspettacolo non solo sonoro, ma visivo, con quelle braccia che siincrociano tra pentagramma e sensualità (la Turso aveva per giunta unaspalla scoperta, ma per fortuna il presidente camuno di Isa, il notaioCamadini cultore di Paolo VI, dava le spalle al pianoforte).
Per fortuna dei selezionati invitati alla festa, invece, il MaestroDini Ciacci ha lasciato Gershwin nel programma, e così ci ha regalatouna immortale “Summertime” e un altro degli standard piùindimenticabili, “Our love is here to stay”. La canzone - che entrònelle Goldwyn Follies del 1938, con le parole scritte dal fratello Iradopo la morte di George, e fu resa celebre dal film “An American inParis” del 1951 - per le sorprendenti magie della musica, pur essendouna canzone d’amore, si è imprevedibilmente ben sposata con ilcompleanno della Signora della finanza cattolica.
“Il nostro amore durerà per sempre”, dice la canzone, “In time theRockies may crumble, Gibralter may tumble, There're only made of clay,But our love is here to stay”. Pensate che soprannaturale fedeltà: coltempo le Montagne rocciose si sbricioleranno, perfino la rocca diGibilterra potrà crollare, sono fatte di argilla. Ma il nostro amoreno, quello durerà”.
E quale metafora migliore per la finanza etica, quella che bada aiValori e non solo alle valute, la finanza fondata sulla roccia dellafede, che deve tornare a trasmettere fiducia, come ha raccomandato ilvescovo Karl Golser, con quella sua faccia poco clericale da attoreamericano (che ben si combinava con Gershwin, che peraltro era diorigine russo, e dunque si combinava col Trotsky di Faustini). E seanche il collega del “Corriere del Trentino” Enrico Orfano, filosofo etrombettista, sostiene che il duo Isabella-Maurizio ha un po’accelerato l’ultimo pezzo, forse per risparmiare il già provatoCamadini, io sono grato all’Isa (scommetto che è stata un’idea dellaconsigliera Pizzini, commercialista per vocazione e pianista perdiletto) per averci regalato un ottantesimo reso più scintillante dalgenio di un musicista ebreo: che una volta i finanzieri cattoliciavrebbero chiamato “perfido giudeo” e adesso brilla solo per il suogenio. Che rimane. Non come le banche, che passano. Come l’amore vero.