Un vero Principe, altro che frate mancato
Dall'insolitae intrigante intervista-confessione alla vigilia dei 50 anni (che compirà il 28 novembre) rilasciataa Luisa Patruno sull'Adige di domenica 22 novembre, abbiamo scoperto che il nostroinsostituibile principio attivo politico LHLD, il LandeshauptmannLorenzo Dellai, proprio come l'LHLD dei sudtirolesi, il LandeshauptmannLuis Durnwalder, avrebbe voluto farsi frate. La differenza fondamentaleè che l'LHLD dei sudtirolesi il seminario l'ha frequentato e ha capitosolo da giovanotto che preferiva le gonne alle tonache e che nel saioci sarebbe stato stretto, mentre il nostro Lorenzo, già a 10 anni – permerito della nonna – ha intuito che era vocato a regnare su questaterra, piuttosto che a servire il regno dei cieli.
Meglio così: da frate, Lorenzo – numero 1 innato – avrebbe rischiato difinire vescovo, e dato il suo attivismo edificatorio, noi avremmorischiato di vedere il completamento del campanile mancante del Duomodi Trento (che invece ci piace così com'è, sbilenco asimmetrico eimperfetto come le nostre vite). Da papa, poi – data la non smisuratainclinazione di LHLD all'autocritica – ci sarebbero mancati gli storici“mea culpa” e le richieste di perdono che invece ha saputo pronunciarel'irruente Karol Wojtyla.
Meglio dunque – per lui, per la Chiesa e per l'autonomia – che Lorenzo,alla graticola dove finì arrostito il suo martire protettore, abbiapreferito gli spiedi dove ha infilzato, uno dopo l'altro, tutti imalcapitati avversari che hanno provato a batterlo, elezioni comunali oprovinciali che fossero.
Nell'intervista a metà del cammin della sua vita, il nostro LHLDrivendica orgogliosamente le radici povere popolari da cui è ascesoalle vette, e questo in effetti lo rende simile al suo più illustrepredecessore, il solandro Bruno Kessler, che guardacaso ebbe unfratello frate, padre Angelico, di spiritualità e intelletto raffinati,che finì parallelamente a fare il ministro provinciale dei cappuccini.
Lorenzo rivendica altresì di non essere un politico schiavodell'immagine, e di non aver mai badato al proprio look: il che rendeancora più stridente la sua attuale accoppiata con l'ex incarnazionedel belloccismo piacione in politica.
Ma questi sono fatti suoi, manovre per il 2014 quando non potrà piùessere rieletto LHLD dei trentini, e onestamente ammette che nonsaprebbe quale altro mestiere fare, se non la politica che è stato ilsuo unico lavoro e il suo unico passatempo fin da post-adolescente,prima di diventare post-democristiano.
Un politico di primo piano come Lorenzo è costretto, così va il mondo,a un presenzialismo frenetico e a frequentare brutte compagnie,rischiando spesso di non distinguere gli alleati leali dagli adulatoriopportunisti, i collaboratori con la schiena dritta dagli attendentiservili, i critici sinceri dai nemici pregiudiziali: accade così alPrincipe, che LHLD dichiara di non essere, ma che invece è, sirassegni, anche se lodevolmente prepara la colazione ai figli, e anchese capita di vederlo con le borse del supermercato, come un gardolòtoqualsiasi.
Di certo però non finirà come Marrazzo, sia perché non va matto per itrans (pur trafficando con i transformisti della politica), sia perchéè troppo intelligente per rischiare il gran castigo inflitto alpentitissimo ex governatore del Lazio: 8 ore di preghiera al giorno coni frati di Montecassino, a riflettere su come transita transitoriamentela gloria del mondo.
Lo sa anche il credente Lorenzo, ovviamente, che vana è la gloria delmondo e che il potere passa di mano, eppure, da purosangue dellapolitica, vive ogni nuovo giorno del suo ventennale potere come sefosse il primo: con inesauribile energia, grinta nervosa, dietrologicadiffidenza e intatta sana consapevole libidine del governare: da veroprincipe (del popolo, s'intende), altro che frate mancato.