Obama, le foto di Bin Laden e il giusto diniego
Ha fatto benissimo il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a non rendere pubbliche le fotografie di Osama Bin Laden morto. Il corpo dello sceicco a capo di Al Qaeda, mandante della strage dell'11 settembre, non è un trofeo di guerra da ostentare sulle pagine dei giornali e alla televisione, tra lo scherno e l'irrisione dei suoi oppositori, e la rabbia e l'indignazione di parte delle masse islamiche nel mondo
Caro direttore, il presidente americano Obama ha confermato che non saranno rese pubbliche le fotografie del corpo di Osama Bin Laden, ucciso dai marines, per non fare infiammare gli animi, soprattutto nei paesi islamici. Così è stato detto. Sono molto combattuta. Immagino che quelle fotografie siano raccapriccianti e susciterebbero rivolte e reazioni a catena. Ma non è che gli Stati Uniti ci vogliono ancora una volta nascondere come sono avvenuti i fatti veramente? Di cosa hanno paura? Perché non si possono mostrare quelle foto, o almeno una parte? Forse perché la versione che hanno dato gli Stati Uniti su come sono andati i fatti, verrebbe smentita da quei fotogrammi, e quindi si è preferito insabbiare tutto? Anna Facchinelli
Ha fatto benissimo il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a non rendere pubbliche le fotografie di Osama Bin Laden morto. Il corpo dello sceicco a capo di Al Qaeda, mandante della strage dell'11 settembre, non è un trofeo di guerra da ostentare sulle pagine dei giornali e alla televisione, tra lo scherno e l'irrisione dei suoi oppositori, e la rabbia e l'indignazione di parte delle masse islamiche nel mondo. L'azione di guerra avvenuta in quelle ore sicuramente è stata violenta e devastante. Il corpo crivellato di colpi appare certamente massacrato. Solo una perversa società dell'immagine, che vuole trasformare tutto in spettacolo, anche il «nemico» colpito e ucciso, può invocare la divulgazione di quelle foto, che risulterebbero un colpo allo stomaco per tutti i lettori e gli spettatori, una visione perfino profanatrice della morte e della dignità del corpo di un morto, dentro ormai una smania dei media, specie televisivi, di impressionare e creare emozioni invece di informare e approfondire le questioni. Le reazioni all'ostentazione del corpo trucidato di Bin Laden sarebbero immense, e scatenerebbero non solo la rabbia dei fanatici islamici, ma la voglia di vendicarsi, di infliggere punizioni, di progettare nuovi attentati in una guerra senza fine che potrebbe portare ancora morti e ancora sangue. L'ostentazione del corpo di Mussolini appeso a testa in giù a piazzale Loreto, subito dopo la guerra, è servita solo a scavare fossati ancora più profondi fra italiani di una parte e italiani dell'altra parte, e si trascina ancor oggi. Oltretutto quelle scene da macelleria messicana non giovano certo a ricreare pacificazione in animi già profondamente divisi, ma sono l'occasione per lacerare ancor di più, visto il dileggio e la profanazione con cui tali scene poi vengono condite. Ecco perché Obama ha fatto benissimo a far sparire quelle foto. Per garantire maggiore sicurezza dei suoi cittadini e del mondo intero. Ma anche per rispetto a tutte quelle persone nel mondo che, alla vista dei fotogrammi, ne sarebbero stati offesi e oltraggiati. Quanto al fatto che dietro a tale decisione ci siano segreti da nascondere, non ho certezze da impartire. So soltanto che comunque, chi vuol credere al complotto o ai misteri della Cia, ci crederà lo stesso, anche vedendo quelle foto. Del resto se oggi, dieci anni dopo, c'è chi sostiene che l'11 settembre non c'è mai stato, o che i responsabili siano stati gli ebrei, o che la Shoah di Hitler non è mai esistita, vuol dire che non basta vedere una foto per avere una certezza, ma ci vuole anche l'onestà intellettuale di informarsi e di voler capire le cose. p.giovanetti@ladige.it