Non so che titolo mettere a questo blog
I titoli sono una cosa seria. Sui giornali, ma anche su internet. Bisogna catturare l’attenzione, ma di chi? Dei lettori o dei motori di ricerca?
Il problema di tutto è il Seo. Si tratta della «search engine optimization», ovvero, citando Wikipedia, «tutte quelle attività finalizzate ad aumentare il volume di traffico che un sito web riceve dai motori di ricerca, comprendendo l'ottimizzazione sia del codice sorgente della pagina, sia dei contenuti». In poche (e più semplici) parole: le parole di un titolo devono essere facilmente rintracciabili dai motori di ricerca, per aver più accessi. Quindi niente giochi di parole, ironia e fantasia: questo tipo di titoli lasciamoli solo al giornale di carta. O no?
A questo punto inizia il dibattito. Come dire, meglio le bionde o le more? Meglio l’Inter di Mourinho o quella di Trapattoni? Meglio i Coldplay o i Radiohead? Meglio i titoli semplici e web friendly o quelli simpatici e ironici? In realtà ogni titolo ha una funzione: attirare i lettori, sia sul giornale sia su un sito. E per farlo non necessariamente deve essere spiritoso o provocatorio. Se si parla di internet, tuttavia, bisogna dividere ulteriormente il campo: che lettori voglio attirare? Quelli che ho già, ovvero coloro che già stanno navigando sul sito, o quelli potenziali, ovvero quelli che potrebbero arrivare all’articolo tramite Google. In entrambi i casi sarebbe un click, ma nel secondo, potenzialmente, i click potrebbero essere centinaia o migliaia. Innescando così un effetto domino: più click, più visibilità, più autorevolezza, più lettori, più pubblicità, più marketing, più introiti ecc ecc.
Veniamo al pratico. Poniamo che su qualche lago trentino aprano un centro acquatico. Sul giornale potrei trovare un titolo: «Emozioni sull’acqua», o «Una città sull’acqua per grandi e piccini». Ma sul web? Sarebbe decisamente meglio un più freddo «La Provincia progetta un centro per giovani». Per questo blog, cosa scegliereste? Da una parte «Google, fatti una risata!» o «Clicca tu che mi vien da ridere». Oppure: «I titoli su internet» e «Come cambiano i titoli online».
Per risolvere la questione ci sarebbe una soluzione. E qui mi vedo costretto a lanciare un appello agli ingegneri di Google: perché non inventare un plugin che porti il senso dell’umorismo nei motori di ricerca? In questo modo si potrebbero avere titoli geniali e, al tempo stesso, visibili.