Ciclabili, l'assurda chiusura della gardesana

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, scrivo a nome del Comitato Giacomo Cis, un gruppo di persone innamorate delle straordinarie bellezze ambientali e storiche della nostra zona, il Basso Sarca e Ledro, che qualche anno fa ha raccolto ben 10.000 firme per opporsi alla chiusura della strada del Ponale.
Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. La Ponale è stata riaperta come sentiero il 14 luglio 2004 e quest'anno abbiamo festeggiato l'ottavo anno di gestione. Nel frattempo anche i fatti ci hanno dato ragione e possiamo dire senza tema di smentita che il «nostro» gioiello contribuisce in maniera determinante all'economia della zona e costituisce una delle maggiori attrattive turistiche del territorio, nove mesi su dodici probabilmente più più frequentata delle spiagge. In un periodo in cui la concorrenza è spietata ci si aspetterebbe che tutto quanto fosse di richiamo venisse valorizzato al meglio. Le sfide di mercato si vincono con l'offerta migliore e più ampia.
Ma purtroppo le «cose chiuse» a Riva continuano ad esserci a dispetto di ogni logica e politica turistica. Mi riferisco ad un altro pezzo di mondo di bellezza e fascino pari alla Ponale, anche se forse meno conosciuta ai più: il pezzo di Gardesana dismesso una decina di anni fa. È un tratto che parte da Riva con la galleria «Panda» e arriva alla spiaggia dello Sperone, la spiaggia dei rivani. Un chilometro di strada pregno di storia, di bellezza e di opportunità di cui 700 metri sono in galleria. Un chilometro prezioso e dimenticato. La sua apertura non richiederebbe alcun lavoro, potrebbe essere il primo tratto della ciclabile per Limone e magari la spiaggia dello Sperone potrebbe diventare la tanto richiesta «bau beach», la spiaggia aperta ai cani. Ma nonostante le mozioni in Consiglio Comunale e l'accordo unanime di politici e cittadini nulla si muove. Quella strada, la sua storia e le sue potenzialità, a testimonianza della stessa mentalità di chiusura sconfitta nel 2004, continua ad essere solo un parcheggio il cui contratto scade nel 2013… e vorrei sbagliarmi, ma temo che l'immobilismo regnante relegherà quel gioiello al ruolo di parcheggio anche per gli anni futuri. E ciò non può e non deve accadere. Che ne dice?
Fabrizio Di Stasio
Comitato Giacomo Cis


È grazie al «Comitato Giacomo Cis» se oggi il Trentino può vantare una delle più belle passeggiate e ciclabili d'Europa, un balcone spettacolare sul Garda, tra rocce a picco, paesaggio mediterraneo, testimonianze storiche della Grande Guerra e giochi di vele ondeggianti sul lago sospinte dal vento.
Il sentiero-ciclabile della Ponale, che non ha nulla da inviare alla Costa amalfitana o alle Cinque Terre, registra ogni anno il passaggio di decine e decine di migliaia di biker ed escursionisti incantati dalla bellezza dei luoghi. È una delle attrattive più forti dell'Alto Garda e Ledro, e riscuote apprezzamenti incredibili sui siti internet di tutt'Europa.
Nonostante il potenziale economico e turistico della Ponale, se non ci fossero stati i volontari del Comitato «Giacomo Cis» per gli amministratori di Ledro e di Riva (ma anche per quelli provinciali), la ciclabile sarebbe rimasta inagibile e abbandonata. Addirittura murata, come auspicava più di un amministratore, per non avere responsabilità di sorta. Ed è grazie alla raccolta di firme tra la  popolazione, e all'instancabile attivismo di Fabrizio Di Stasio e degli altri volontari, che ora la «Ponale» è Patrimonio dell'Umanità.
La stessa battaglia va ora condotta con forza nei confronti della strada gemella, il tratto dismesso di Gardesana che da Riva arriva alla spiaggia dello Sperone, e poi avanti fino al confine bresciano di Limone.
Uno degli scorci più affascianti di Riva giace oggi abbandonato e chiuso da cancellate di ferro, inagibile ai tanti turisti, specie stranieri, che cercano di aggirare passando sotto le inferriate. Tratti di spiaggia inaccessibili per timore che al disgelo di primavera possa staccarsi qualche frammento di roccia e scendere sulla strada. Addirittura la prima galleria, che da Riva è la continuazione naturale della passeggiata del lungolago, adibita per metà a parcheggio, e di fatto - benché pubblica e di tutti - piano piano nel silenzio dell'amministrazione comunale fatta privata, e interdetta al passaggio dei pedoni.
Eppure basterebbe poco, almeno fino alla spiaggia dello Sperone: una ripulitura del fondo stradale a primavera, eventualmente qualche piccolo tratto di rete metallico in alcuni punti esposti, e Riva e l'intero Trentino avrebbero senza costi aggiuntivi una nuova meraviglia da offrire ai tedeschi e ai vacanzieri di tutto il mondo. Basta solo un pizzico di buona volontà da parte del sindaco e della giunta di Riva, magari con il sostegno attivo dell'assessorato al Turismo della Provincia, e il sogno di una ciclabile della Gardesana a costo quasi zero diverrebbe realtà. Anche perché basterebbe arrivare allo Sperone, o poco più in là al confine con il Bresciano, perché il resto della ciclabile sono pronti a pagarselo di tasca loro gli albergatori e gli operatori turistici di Limone, che ne hanno capito le enormi potenzialità.
Rendere percorribile ai pedoni e ai ciclisti la Gardesana fino alla spiaggia che è nel cuore di tutti i rivani, deve diventare una priorità politica del Comune di Riva e della Provincia di Trento. Lasciarla chiusa è un crimine. Peggio un errore.
 p.giovanetti@ladige.it

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