Tremalzo, i ruderi e il rischio di crolli
Caro direttore,
è trascorso un altro anno e la situazione a Tremalzo, l'Alpe di Ledro, è rimasta invariata. Niente sviluppo, nessuna decisione ancora sul futuro di questa bella località montana, purtroppo anche i degradati edifici sono ancora lì a dimostrare il totale disinteresse dell'amministrazione comunale e dei privati interessati.
A nulla sono valse le sollecitazioni di cittadini, gli articoli e le lettere pubblicate sul giornale tese anche a dimostrare la pericolosità di tali edifici oltre alla cattiva pubblicità che essi fanno a questo stupendo paesaggio.
Da amante della montagna e frequentatore assiduo mi sono trovato molte volte a spiegare agli ignari turisti la storia di questi edifici e del loro abbandono e registrare il loro disappunto per l'incuria in cui sono lasciati ormai da decenni.
È davvero incredibile e penoso che in tutti questi anni non si sia trovata una soluzione per la rimessa a nuovo e riutilizzo di questi edifici che offrirebbero una capacità ricettiva importante per questa zona che finirebbe per riversarsi anche sulla Valle di Ledro.
Gli edifici abbandonati rappresentano oltre alla cattiva immagine anche un costante pericolo, pericolo più volte denunciato che a distanza di anni purtroppo rimane. Che cosa impedisce al Sindaco di emettere un'ordinanza per imporre al proprietario del vecchio edificio Cai-Sat rifugio Guella la sua messa in sicurezza?
È stata mai fatta un'ordinanza in questo senso? Se sì perché non è stata rispettata? Perché l'amministrazione non fa lei stessa la messa in sicurezza e addebita al privato i costi?
Si ha un timore reverenziale nei confronti del Leali?
Non si capisce perché sia l'amministrazione comunale e il privato non abbiano timore di eventuali responsabilità se si verificasse qualche incidente dovuto all'incuria dell'edificio.
Parlando con alcuni cittadini di Ledro ho sentito più volte affermare che l'attuale sindaco goda di ampia stima e sia considerato un'ottima persona. Non ho motivi di dubitare che non sia così, tuttavia mi pare che nel caso del «rifugio Guella» si possa parlare di assoluta inefficienza!
Gianpietro Patelli - Tremalzo
Lo stato di abbandono e di degrado in cui versa l'ex rifugio Federico Guella di Tremalzo, come pure le strutture della ex Tavola calda, costituiscono un oggettivo pericolo per i rischi di crollo. Oltre ad essere un pugno nell'occhio per quanti frequentano le montagne ledrensi e si godono gli splendidi panorami che abbracciano l'Adamello e il lago di Garda.
Stoppato l'assurdo progetto di un mega-albergo in quota con 400 posti letto, declinata l'ipotesi di un grande impianto di risalita perché sotto i 2000 metri non reggono e non ne vengono costruiti più in nessuna parte d'Europa, ora è aperta la trattativa fra i proprietari dei ruderi (la famiglia Leali) e l'amministrazione comunale. La richiesta da parte dei proprietari di cifre alte per l'acquisto delle strutture fatiscenti ha reso difficoltoso l'abbattimento e il ripristino della conca montana.
Attualmente, con l'aiuto della Provincia, è stato tracciato un possibile scenario di rilancio della località montana, senza mega-strutture e grossi impianti, ma recuperando l'esistente. E su questo è in corso il confronto con la proprietà.
Fondamentale è che, anche dopo tale ennesimo progetto, vengano presidiate e salvaguardate le caratteristiche ambientali di Tremalzo, senza forzature e cementificazioni, ma eventualmente riadattando gli spazi precedenti, senza soluzioni anche ingegneristiche estranee alla montagna, tanto più se di pregio botanico e naturalistico come l'Alpe di Ledro.
Resta poi la pericolosità dei ruderi per la possibilità di crollo. Se in tempi rapidi non si arriva a soluzione pattizia, allora certo è meglio che il sindaco firmi un'ordinanza di abbattimento per la sicurezza pubblica. Così non possono certo restare altro tempo, di sicuro non un'altra estate.
p.giovanetti@ladige.it