Cipro, l'Italia e le rendite finanziarie tassate
Gentile Direttore, il caso di Cipro spaventa anche gli italiani perché ricorda il prelievo forzoso (6 per mille) che è stato fatto nel 1992 da parte di Amato sui risparmi dei cittadini italiani. E coloro che dovrebbero rassicurarci sull'esclusione di tale ipotesi, sono in perpetuo litigio.
Va evidenziato che nel nostro Paese, oltre all'Imup, una patrimoniale mascherata da imposta di bollo il Governo Monti ce l'ha già regalata. Forse è passata, ai più, inosservata, ma nel 2012 su tutti i risparmi, già assoggettati alle imposte dirette, per effetto del Decreto Legge n. 201/2011 è stata pagata dagli italiani l'imposta di bollo dello 0,1% e nel 2013 pagheranno lo 0,15% con un minimo di euro 34,20 e un massimo di euro 1.200. Sembrerebbe poca cosa, ma non è così. A questo punto bisogna ammettere che il risparmiatore è condannato a tassi bancari attivi inesistenti ed a tasse elevate esistenti. Forse sarebbe meglio, molto meglio, vivere alla giornata, perché è il caso di dire nessun risparmio molto guadagno, per «furto» sotto forma di gabella.
Angelo Lorenzetti Trento
In Italia, troppo a lungo, è stata premiata fiscalmente la rendita finanziaria rispetto al reddito da lavoro. I guadagni di borsa e quelli legati alla speculazione godevano di un'imposta favorevole e agevolata del 12%, il reddito da lavoro invece era (e purtroppo lo è ancora) tassato e tartassato in maniera insostenibile.
Risultato: disoccupazione altissima, economia ferma, nessun tipo di investimento sul lavoro preferendo rendite facili, e in alcuni casi parassitarie.
Il governo Monti - possiamo dire finalmente - ha impresso un primo cambio di rotta rispetto all'andazzo dei governi precedenti, indirizzando l'imposizione fiscale sulle attività finanziarie. Sotto la pressione del rischio bancarotta per le disastrate casse dello Stato, è stata istituita un'imposta di bollo proporzionale che dal 1° gennaio 2012 è pari allo 0,1%, e da quest'anno è passata allo 0,15%, escludendo fondi pensione, sanitari o buoni postali (per lo meno fino ad una certa cifra).
In effetti, si tratta di una vera e propria patrimoniale che il governo Monti ha introdotto sui capitali (grandi o piccoli che siano), che si è aggiunta all'altra patrimoniale introdotta, quella sulla casa, tanto più pesante quanto più case, immobili e beni si posseggono.
Probabilmente grazie anche alle patrimoniali introdotte dal governo tecnico (alla faccia di chi invocava l'introduzione della patrimoniale non sapendo che c'è già stata, e tuttora è in vigore), si è superato forse il momento più critico degli ultimi decenni. E questo ci ha preservato (speriamo) da interventi drammatici e prelievi forzosi come quelli avvenuti a Cipro, e come da noi si sono verificati nel 1992.
Ciò che serve adesso è la riduzione ulteriore del costo del lavoro, in modo da spingere progressivamente a spostare risorse dalle rendite finanziarie alla crescita economica e all'investimento imprenditoriale.
È questo che deve portare beneficio anche al risparmiatore, forse abituato troppo bene in passato, a percepire interessi elevati senza alcun rischio, o quasi, ma solo beneficiando di trattamenti ultrafavorevoli da parte dello Stato e delle leggi fiscali.
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