Sputi, sberle, insulti al saggio di ginnastica
Caro direttore, con profonda tristezza spendo due parole per esprimere lo sdegno provato dal comportamento che alcuni genitori hanno tenuto durante lo splendido saggio di ginnastica ritmica ed artistica organizzato dalla Associazione sportiva Smile.
In un periodo in cui ci si trova a zittire coloro che vogliono dare un «colore» alle violenze senza capire che gli atti criminali non sono e non devono essere associati al colore ed alla nazionalità di una persona ma solo agli atti perpetrati, mi preme segnalare un comportamento a di poco spregevole ed inopportuno di alcuni genitori trentini e «bianchi». E noto che sugli spalti vicino ai camminamenti se le persone si fermano sulle balaustre coloro che sono seduti sui seggiolini non possono vedere lo spettacolo. Proprio per questo gli istruttori hanno ripetutamente chiesto alle persone in piedi di sedersi o spostarsi. Il continuo ricambio delle persone che si succedevano tuttavia rendeva difficile la soluzione che avrebbe comunque dovuto proseguire con l'accortezza di avvisare con cortesia e pazienza coloro che ivi si trovavano. Sta di fatto che durante l'esibizione dei ragazzi due mamme si sono spintonate, prese a sberle e sputi ed insultate. Beh, cari genitori fate a tutti una cortesia la prossima volta, restate a casa. Perché questi spettacoli non sono per voi ma per i vostri ed i nostri figli che meritano di godersi la serata senza assistere ad un comportamento vergognoso ed ineducativo. Complimenti sinceri e sentiti invece all'organizzazione dello spettacolo per avere messo in piedi un eventi davvero di alto profilo.
Andrea Maschio - Trento
Capita sempre più frequente, purtroppo, di assistere a partite di calcio, gare sportive ma anche «tranquilli» saggi di ginnastica artistica, animati non dalla sana competizione degli allievi intenti a dare il meglio di se stessi, ma dalle zuffe e dalla gazzarra inqualificabile dei genitori, i quali dagli spalti danno dimostrazione del peggio di sé.
Ci sono casi in cui sono i figli a vergognarsi dei genitori, perché il loro sano agonismo è sfregiato e «sporcato» dalle ambizioni smodate di padri e madri, che aizzano allo scontro, alla violenza o, addirittura, si prendono a pugni e a sberle vicendevolmente.
Che questo ormai accada anche alle serate di ginnastica ritmica è tutto dire. Inqualificabile e mortificante è il comportamento di quegli adulti che, invece di dare l'esempio e mostrarsi rispettosi di regole, buona educazione e buon senso, pur di scattare una foto in più o registrare con la videocamera il proprio pargolo in azione sono disposti a tutto, anche a disturbare lo spettacolo o - udite, udite - ad accapigliarsi e schiaffeggiarsi con altri genitori.
Nel suo incontro a Rovereto con i giovani, il mese scorso, il commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli ha raccontato l'episodio in cui, di fronte alle urla sguaiate e alle parolacce incitanti dei genitori in una partita di calcio, i figli si sono fermati intimando ai propri papà e mamma di smettere, altrimenti non avrebbero concluso la partita abbandonando il campo. È il colmo che debba venire dai più giovani la testimonianza dei valori autentici dello sport e della competizione, mentre chi dovrebbe insegnarlo con la propria vita li tradisce platealmente.
Ci si lamenta spesso delle ultime generazioni che «non sarebbero più come una volta». Beh, se questi sono gli adulti, non c'è da meravigliarsi poi tanto se i più giovani si perdono per strada. C'è da sperare, in molti casi, che i figli siano meglio dei genitori. Specie di quelli che iscrivono le proprie figlie alla ginnastica artistica, e non hanno nemmeno la pazienza e la capacità di autocontrollarsi, e di frenare i propri istinti deteriori e viscerali. E stavolta non si può dire che sono «stranieri immigrati» che non conosceono buone creanze e non rispettano le nostre leggi. Cafoni maleducati sono diventati anche trentinissimi figli di questa nostra terra, come si può notare da cartacce e sporcizia sempre più frequentemente gettati per strada, dalle cacche degli animali lasciate in giro, ma anche dalla maleducazione insofferente di tanti al volante con gestacci dal finestrino e bestemmie al semaforo degni dei peggiori postriboli.
p.giovanetti@ladige.it