Uomini violenti, e se la colpa fosse anche mia?

di Patrizia Todesco

Quando guardo mio figlio penso che lui non sarà mai capace, un domani, di uccidere la sua fidanzata, sua moglie o comunque una donna per un no. Lo penso da mamma, ma da donna so di sbagliare. So di sbagliare due volte. Sbaglio nel ritenerlo «diverso» dai tanti, troppi uomini violenti. Sbaglio perché sono cosciente che anch’io, come mamma, sto seminando male.


La ragazza di Corigliano Calabro prima accoltellata e poi bruciata è morta perché aveva detto no al suo fidanzato violento. Quel no che io (ma so di non essere sola) faccio sempre più fatica a dire a mio figlio. Lo vorrei sempre contento, sicuro di sé, immune da delusioni, ed ecco che dove posso appiano, smusso, accontento, proteggo. Gli psicologi continuano a dirlo che i no fanno bene ai bambini, ma per le mamme è sempre più difficile pronunciarli.

 

Ecco perché oggi noi mamme di figli maschi dovremmo farci un bell’esame di coscienza per capire se i nostri figli sono in grado di accettare i nostri no, quelli delle maestre, dei loro allenatori, dei loro amici e, un domani, quelli delle loro fidanzate. Se non partiamo da qui, probabilmente, quei no non detti per paura del loro giudizio costeranno molto cari.

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