La lettera dei record. Ma l'Italia è morta o moribonda?

di Matteo Lunelli

Aldo Marchioni, chi era costui? Beh, se avete un profilo Facebook o Twitter e se cercate notizie sui principali siti nazionali lo saprete benissimo. Lui non è un Carneade qualsiasi, è l’uomo della lettera dei record.
Aldo, consulente informatico bresciano di 55 anni, qualche giorno fa ha scritto una lettera a Beppe Severgnini. Severgnini l’ha pubblicata sul proprio blog Italians così come gli è stata spedita, nuda e cruda, senza commentarla o aggiungere una foto. Il resto l’ha fatto la rete: 40 mila condivisioni su Facebook, 3 mila tweet, 600 apprezzamenti su Google+, non propriamente il social network più usato e diffuso. E stiamo parlando solo dei numeri del blog di Severgnini: a questi vanno sommati migliaia e migliaia di “riprese”, ovvero siti, blog, singoli utenti che hanno riproposto la lettera (un po’ quello che sto facendo io).
Più delle questioni politiche, più dell’Egitto, più del calcio mercato, più della nuova fiamma di Barbara Berlusconi, più di Letta e più di Grillo, la notizia del momento è questa lettera. Duemila caratteri che sono lo specchio dell’Italia di oggi. Un’Italia morta, dice Marchioni. Un’Italia moribonda, ferita, confusa, senza bussola, dico io. Sarà un filo di ottimismo trentino, ma la vita dignitosa ce la si può costruire anche qui. Magari, però, dopo essere andati a vedere che aria tira lontano da qui.
 

LA LETTERA


L’Italia è morta, andatevene finché siete in tempo

Caro Bsev, ho un problema. Lavoro per conto mio: ho la partita IVA. Nel 2012, è arrivato, finalmente, lavoro in abbondanza. Io lavoro esclusivamente per aziende: tutto viene fatturato. Alle correnti tariffe di mercato ho prodotto un reddito lordo di circa 50.000 euro. Per me, abituato come ero abituato, non è male. Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali. Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: che fanno altri 12.000: 34.900. In percentuale sul lordo, fa 69,8%. Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose.
Lo stato, per mantenere vizi e stravizi dei vari Trota, Batman, Formigoni e Minetti, se ne porta via più di due terzi. Per inciso: non potrò pagare, ovviamente. Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia; ed ho una rata da oltre 300 euro con una finanziaria, per un finanziamento chiesto ed ottenuto per pagare le tasse di 5 o 6 anni fa, non ricordo. Sono professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e che probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io vivo in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre due anni fa, e sparire in uno di quei paesi dove si vive con pochissimo.
Severgnini, lei dice, ai bravi ragazzi volenterosi che vogliono emigrare, di non farlo, e, se lo fanno, di tornare presto; io dico loro: “Andate fino a che siete in tempo. Quando avrete 50 anni (io ne ho 55), vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto. Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove. L’Italia è morta”.
Cordiali saluti,


Aldo Marchioni,


aldo@aldomarchioni.it
 

]]>

comments powered by Disqus