Valdastico, gli equilibrismi di Ugo Rossi
Nel programma del candidato presidente del centrosinistra autonomista, Ugo Rossi, non si parla di Valdastico. La parola non c'è. Ma se questa scelta certo non è una buona notizia per chi vuole il completamento dell'autostrada, non lo è neppure per chi la Valdastico non la vuole. Perché come la pensa Rossi non si capisce.
Il candidato del centrosinistra, infatti, non dice che è favorevole - ovviamente - ma neanche che è contrario. Usa una lunga perifrasi in cui sostiene che "sul piano dei collegamenti "esterni" confermiamo l'opzione strategica per il progressivo spostamento del traffico merci su ferrovia in coerenza con pianificazione legata al tunnel del Brennero e il potenziamento delle tratte di accesso e ci impegnamo ad approfondire tutte le strade per una proroga della concessione ad A22 e per garantire alla stessa le migliori condizioni di partecipazione alla eventuale gara nel caso contrario". Un bell'esercizio dialettico che lascia aperte tutte le possibilità.
Insomma, se il sì alla Valdastico necessario a Serenissima per il rinnovo della sua concessione dovesse servire per agevolare anche una proroga per A22? Che farebbe Rossi?
Nella campagna elettorale per le primarie, del resto, il candidato del Patt non aveva escluso un via libera del Trentino alla Pirubi; aveva preteso solo che ogni decisione fosse presa d'intesa e non senza l'accordo con la Provincia di Trento.
Ieri il capolista del Pd, Alessandro Olivi, in un dibattito pubblico contro la Valdastico, nel quale Rossi e il Patt erano assenti, si è rivolto al suo candidato presidente esortandolo a dire come la pensa e a uscire dall'ambiguità.
Ma il Pd si accorge solo ora dell'ambiguità di Rossi? Eppure il programma del candidato presidente è stato condiviso da tutte le forze politiche della coalizione. Sapevano cosa c'era scritto? O meglio, cosa NON c'era scritto?