Le Autonomie di fronte a uno Stato squattrinato
A ogni legge di stabilità (o finanziaria come si chiamava una volta) dal momento dell'approvazione in consiglio dei ministri si avvia la contrattazione e più spesso il braccio di ferro con le parti sociali, istituzionali, lobby, che non trovano quanto si aspettavano o che sono chiamate a sacrifici, che nessuno è disposto ad accettare senza aver prima provato ad alzare la voce. Il risultato è che il testo alla fine licenziato dal Parlameto è spesso molto cambiato rispetto a quello approvato dal governo e non sempre in meglio
A ogni legge di stabilità (o finanziaria come si chiamava una volta) dal momento dell'approvazione in consiglio dei ministri si avvia la contrattazione e più spesso il braccio di ferro con le parti sociali, istituzionali, lobby, che non trovano quanto si aspettavano o che sono chiamate a sacrifici, che nessuno è disposto ad accettare senza aver prima provato ad alzare la voce. Il risultato è che il testo alla fine licenziato dal Parlameto è spesso molto cambiato rispetto a quello approvato dal governo e non sempre in meglio. Ma questo iter di modifica viene messo in conto, specialmente questa volta, come ha detto ieri lo stesso premier Enrico Letta, che il governo era chiamato ad approvare in fretta la legge entro il 15 ottobre per spedirla a Bruxelles.
L'ex governatore oggi onorevole Lorenzo Dellai è convinto che proprio questa condizione di difficoltà finanziaria e quindi di necessità dello Stato favorisca una nuova intesa sulla proposta di Trento e Bolzano, che lui pensa di riuscire a mettere nella legge di stabilità in Parlamento. Vedremo se sarà così. Al di là delle buone intenzioni dichiarate dal premier Letta, negli ultimi anni (dopo il patto di Milano del 2009 che non è neppure stato attuato per intero) le difficoltà dei conti pubblici hanno solo avuto l'effetto di ridurre il bilancio provinciale e aumentare i contenziosi tra Stato e Provincia.