Bambino: “al di là e al di sopra di destra e sinistra”
Dovremmo essere tutti d’accordo sul fatto che il Bambino rappresenta l’unica e la migliore unità di misura con cui valutare ogni nostro comportamento orientato al futuro: è lui il miglior simbolo del nostro futuro, è lui che giudicherà l’operato dei suoi genitori ed educatori, è lui che giudicherà le scelte etiche e politiche che noi facciamo ogni giorno.
Il Bambino di oggi boccia senz’altro quei politici incoscienti che nei decenni scorsi gli hanno lasciato un PIL gonfio di debiti. Boccia lui per primo mafiosi e corrotti che tolgono speranze al suo futuro. I conservatori (spesso a destra) difendono la tradizione e un ordine imposto dall’alto, imposto da politici che difendono quasi sempre i loro interessi e da religiosi che ancora difendono il potere temporale e tengono “le pecore nell’ovile”. I riformisti a sinistra sono impegnati a difendere i diritti e gli interessi di lavoratori, donne, giovani, anche se lo fanno con troppi compromessi (tanto che ci voleva lo scossone di un rottamatore…).
La confusione odierna nasce anche dal fatto che negli ultimi decenni lavoratori, donne, uomini sono difesi anche da una destra popolare. La sinistra, che ha nel suo DNA la difesa dei più deboli, deve oggi difendere persone ancor più deboli, deve lottare per i diritti di disoccupati, morti di fame, immigrati; e deve fare l’ultima scelta nei confronti del più debole tra i deboli, il Bambino. Il Bambino è il miglior punto di riferimento per una politica che guarda al futuro. Ogni legge non si deve fare “in nome di Dio” o “in nome del re per grazia di Dio”, ma nemmeno “in nome del Popolo” (quale popolo, di destra o di sinistra?): una legge “in nome del Bambino” di oggi (“dal basso” più basso) riguarda ogni cittadino di domani.
A sinistra si ascolta chi urla in piazza e si difendono talora più i diritti dei Grandi contro i diritti del Bambino più debole. Di questo ha parlato l’on. Adinolfi del PD il 9.5: una lettera su l’Adige del 13.5 lo contestava in nome della libertà (di abortire, ad esempio), affermando comunque che “prima di tutto bisogna tutelare i più deboli”. Giusto! La legge 194 sull’aborto difende i diritti del Bambino nei primi articoli (trascuratissimi!) e poi giustamente prevede aiuti alla mamma che sceglie l’aborto e lo depenalizza. Ma spesso a sinistra si parla di “diritto ad abortire”. L’on. Nilde Jotti (PCI, 1985) disse che l’aborto “non è un diritto civile… è un rimedio per la donna senza sbocchi; non rientra nei diritti della persona…”.
È di sinistra prevenire al massimo l’aborto, non difenderlo. È di sinistra prevenire i danni educativi in famiglie fragili. È di sinistra prevenire ogni danno ambientale: il tutto, sempre nel nome dei nostri Bambini. E la destra deve collaborare con le sue risorse finanziarie e culturali. Bobbio scrisse che, in nome del futuro, dobbiamo saper andare “al di là e al di sopra di destra e sinistra”…