«ICE», una telefonata può salvare una vita?
Le catene di Sant’Antonio su internet stanno (fortunatamente) scomparendo. Merito di siti, blog e social network che fungono da amplificatore e divulgatore di notizie (non tutte positive, di alcune ne faremmo volentieri a meno). Tuttavia c’è un caso, nato nel 2005, che penso meriti di essere riportato in primo piano.
Se vi dico Ice vi verrà subito in mente l’Ice Bucket Challenge, ma non è di questo che voglio parlare. L’acronimo ICE, infatti, sta per In Caso di Emergenza - In Case of Emergency ed è un programma concepito quasi dieci anni fa dal paramedico Bob Brotchie. L'idea dietro a questo programma è di permettere, in caso di incidente, ai primi che intervengono (soccorritori, vigili del fuoco, polizia) di identificare le persone e di contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche (allergie, gruppo sanguigno ecc). Il consiglio è quindi di tenere nella rubrica del proprio cellulare il numero da contattare, appunto, in caso di emergenza registrandolo sotto il nome ICE (ICE Mamma seguito dal numero; ICE Alice seguito dal numero ecc), permettendo ai soccorritori di non perdere troppo tempo sfogliando tutta la rubrica.
Ovviamente i complottisti hanno subito dichiarato che l’idea era in realtà una sorta di virus che avrebbe permesso a chiunque di entrare nei vari telefoni. Cosa, evidentemente, non vera. E’ vero, invece, che la proposta ha ricevuto delle critiche da parte degli operatori di emergenza. Su Wikipedia si trova una lista dei problemi del sistema (alcuni validi, altri meno):
- In caso di emergenza il soccorritore si deve occupare del ferito e non del telefonino
- Il cellulare è un oggetto che spesso si rompe in caso d'incidente
- Nessun corso insegna ai soccorritori come si accede alla rubrica di ogni marca e modello di cellulare
- Frugare nel cellulare potrebbe essere considerata una violazione della privacy
- La sigla ICE funziona in inglese, ma non in altre lingue
- Se il telefonino è spento, bloccato con un PIN o scarico il sistema è inutile
- Ci sono varie proposte contrastanti (ad esempio 1ICE, 2ICE ecc.)
Aggiungere la voce ICE al proprio cellulare potrebbe scoraggiare dall'uso di precauzioni ben più efficaci (come un foglio di carta con riportati i contatti dei parenti e le proprie notizie mediche).
Il dottor Alberto Zini di Trentino Emergenza ci spiega la propria posizione. «Stiamo parlando di un problema che di regola non riscontriamo: la maggior parte delle persone che soccorriamo sono coscienti, mentre in caso di incoscienza sono le forze dell’ordine che identificano le persone e provvedono ad avvertire i parenti. Premesso questo, penso che potrebbe essere una modalità utile, ma che andrebbe sostenuta da un’adeguata comunicazione ufficiale e istituzionale, in modo che tutti sappiano di cosa si tratta e come funziona. Diciamo quindi che al momento non è una necessità, ma che lo è in altri contesti e potrebbe diventarlo anche nel nostro».
Infine una nota di strettissima attualità: Apple, che negli anni ha sempre dimostrato di essere avanti di qualche anno, con il nuovo aggiornamento iOS 8 ha introdotto una nuova App, che si chiama Salute. Ogni utente può creare una scheda con informazioni mediche importanti, come il gruppo sanguigno o le allergie: in caso di emergenza saranno visibili anche sulla schermata di blocco. Una app, quindi, che permette ai soccorritori di sapere tutto (o quasi) sulla salute delle persona coinvolta, senza blocchi o pin da inserire. Una possibilità che oggi magari non serve, o serve a poco, ma che in futuro servirà (una frase che negli anni abbiamo spesso detto sui prodotti Apple: “A cosa serve? E’ inutile questa cosa...”, salvo poi renderci conto anni dopo che sarebbe diventata un must).