Trentatré caratteri di violenza e di arroganza
Non è facile scrivere qualche riga su questo tema. Prima di tutto perché le caratteristiche delle due persone coinvolte sono talmente differenti che mettere le rispettive dichiarazioni sullo stesso piano è quasi ridicolo. Uno, infatti, è una persona di quasi 60 anni che è vice presidente del Senato della Repubblica Italiana. Uno che è stato ministro (delle comunicazioni, tra l’altro!), sottosegretario e che dal 1994 sta in Parlamento. Non scriverò il suo nome, tanto lo sapete. L’altra è MariaPia, una ragazzina minorenne, della quale sappiamo il nickname (Fedeziana). Professione? Diciamo studente e fan del rapper Fedez. Il punto di contatto? Entrambi sono su Twitter. E hanno avuto uno scambio di opinioni.
Lei ha espresso l’opinione di una ragazzina (giusta, sbagliata, condivisibile o meno nella forma e nella sostanza) sul proprio cantante preferito. Lui ha risposto in un modo che non riesco a definire con le parole del vocabolario che conosco. Potrei definirlo solo con un’espressione del volto. E mentre scrivo mi pare tutto assurdo: sto veramente parlando di un senatore e di una fan di un rapper? Ebbene sì. Welcome to Italy!
Continuiamo. Quello che ha scritto lei non lo riporto. Per scelta, perché è poco significativo e perché è il punto di vista di una ragazzina, di una fan. E’ il tweet di un’adolescente che ama un cantante. Mentre quello che il vice presidente del Senato le ha scritto, come risposta, lo riporto eccome: «Meno droga, più dieta, messa male». Ecco quello che ha scritto. Scritto, non detto, che è ancora più grave. E che l’abbia scritto su Twitter è grave come se l’avesse scritto in carta bollata con il logo del Senato: uguale identico, anzi peggio perché il tweet lo legge chiunque, il pezzo di carta forse in pochi. Il nostro senatore in 33 caratteri dice che MariaPia è una cicciona drogata sfigata. Trentatré caratteri di arroganza. Trentatré caratteri di violenza. Trentatré caratteri di giudizi che nemmeno al bar parlando del mio peggior nemico. Eppure li ha scritti in un luogo virtuale ma pubblico un senatore. Quello che c’è scritto, chi lo ha scritto e a chi lo ha scritto: dal mio punto di vista di peggio non ci sarebbe potuto essere.
Il senatore ha parlato ai giornali, alla radio, alla tv. Non si è scusato, anzi ha minacciato querele alla famiglia della minorenne. Perché questo parlamentare si sente in diritto di non chiedere scusa? Perché si sente in diritto di scrivere quello che ha scritto a una ragazzina? Perché si sente in diritto di continuare a rappresentare me, voi, l’Italia? Perché nessuno (o pochi) di quelli che fanno il suo stesso lavoro e hanno il suo ruolo si è scusato con questa adolescente cicciona drogata e sfigata (che tra qualche anno andrà a votare per uno di loro)?