La signorilità del ministro Salvini
La signorilità del ministro Salvini
«Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui». La frase è di Totò, come gli estimatori dei suoi film ben ricordano.
Ed è una frase applicabile a diverse persone e a diverse situazioni. Perché no anche al Ministro degli Interni? Signore nel senso di nobile d’animo, gentile, educato e così via.
Poi magari uno dice: ma che sia veramente nato signore, sentendolo parlare così: mi sono rotto le palle dell’Europa e di Sea Watch, non sbarcherà nessuno. È una sua esternazione in diretta Facebook. Poi dice anche: mi sono rotto i coglioni di mantenere migliaia di immigrati. Sempre su Facebook.
A meno che per signore non si voglia intendere ricco non tanto d’animo, quanto di soldi. Un sospetto viene ascoltando come si rivolge alla capitana Carola: sei nata bianca, ricca e tedesca, fai volontariato in Germania, stai a casa tua. Carola stessa aveva affermato di essere così, ma aggiungendo che proprio per questo aveva sentito il dovere morale di aiutare i meno fortunati. Per Salvini pare invece che essere nati ricchi sia il peccato originale. Forse lui non lo nacque, ma è alta la probabilità che lo sia diventato.
Ad ogni modo adesso è arrabbiato con la “sbruffoncella” e con il gip di Agrigento che non ne ha convalidato l’arresto. «Non ho parole, tuona, ma che cosa bisogna fare per finire in galera in Italia?». Mah, tanto per cominciare forse bisogna accettare di essere processati?
E aumenta il clima di violenza verbale (purtroppo non soltanto verbale) che si sta diffondendo tra le persone spesso nascoste dietro il Pc, a dire tutto quello che viene in mente, a offendere, a pronunciare anatemi, a diffondere sconcezze che forse non avrebbero il coraggio di dire a viso aperto. Se poi l’interlocutore è una donna, apriti cielo, non ci sono limiti nell’augurare stupri a sazietà. Mai sentito però che gli stessi improperi vengano diretti a un uomo, con i maschi non si scherza. Né sbruffoncelli né da stuprare, soltanto le donne sono sgualdrine a prescindere.
Intanto, mentre non si placano gli strascichi sulla Ong presentata come criminale e amica degli scafisti e quindi partecipe del traffico di esseri umani (anche se qualcuno amerebbe poter dare un giudizio sulla base delle prove che nella fattispecie non si conoscono), gli sbarchi abusivi continuano nel silenzio generale e continua pure a non essere affrontato il problema dell’immigrazione, che problema è e che come tale andrebbe trattato insieme all’Europa trovando un accordo anziché disertando gli incontri com’è finora successo.
E i figli di Salvini (tutti gli italiani sono suoi figli, ha detto) che cosa ne pensano? Domanda retorica. Del resto le reazioni anti immigrati si stanno allargando anche altrove di pari passo con l’ampliarsi del fenomeno, sotto l’impulso della paura, dell’egoismo e della perdita di memoria (non siamo emigrati anche noi nel passato?). E se non bastassero i fatti, ci sono pure le ricerche. Tra queste una è dell’Università di scienze applicate di Zurigo che conferma come la xenofobia stia diventando la seconda pelle della maggior parte dei cittadini. Chiudere i confini, alzare muri, respingere, barricarsi dentro il proprio Paese, che è nostro e guai a chi ce lo tocca. E siamo nell’era della globalizzazione, giriamo il mondo per i motivi più diversi, però via gli altri da casa nostra.
Più di trentamila migranti sono affogati nel Mediterraneo negli ultimi quindici anni. E allora che stiano nelle proprie terre perché l’Italia e l’Europa (ma l’America ce la dimentichiamo?) sono bianche e spesso ricche o lo diventeranno se ci lasciano in pace. E chi sbandiera idee di solidarietà se li prenda a casa e se li goda.
Un confronto fra opinioni diverse sembra attualmente impossibile, al ragionamento si risponde con le offese, il livore prevale e non teme confronti. Ma chi governa dovrebbe trovare soluzioni comuni prima che sia troppo tardi. Chi governa dovrebbe placare gli animi, non favorire il bullismo, non fomentare gli istinti più bassi. Perché fare la faccia cattiva e dire sempre no è troppo facile, è come pensare di difendere il nostro paradiso circondandolo con fossati pieni di squali. Ci sarà sempre chi, spinto dalla disperazione, troverà il modo di evitarli.