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L’importanza di iodio e selenio per la tiroide

La ghiandola è cruciale per la regolazione del metabolismo, la crescita e lo sviluppo. Le malattie della tiroide sono tra i disturbi endocrini più comuni

di Fabio Diana

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo. È cruciale per la regolazione del metabolismo, la crescita e lo sviluppo. Le malattie della tiroide sono tra i disturbi endocrini più comuni.

La diffusione di queste malattie dipende molto da fattori genetici, trovandosi in più membri della stessa famiglia, soprattutto di sesso femminile. Lo stress cronico può influenzare il sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow-Graves.

Anche problematiche intestinali con alterazioni del microbiota sono state associate a disfunzioni della tiroide. L'ipotiroidismo è uno dei disturbi tiroidei più comuni, caratterizzato da una produzione insufficiente di ormoni tiroidei.

Colpisce circa il 5% della popolazione generale, più diffusa del diabete. L'ipertiroidismo, una condizione in cui la tiroide produce eccessivi ormoni, interessa circa l'1-2% della popolazione mondiale.

Noduli tiroidei e cancro della tiroide

I noduli tiroidei sono relativamente comuni, con una prevalenza che aumenta con l'età. Studi epidemiologici suggeriscono che fino al 50% delle persone sopra i 60 anni può avere noduli tiroidei rilevabili tramite ecografia. La maggior parte di questi noduli è benigna, ma una piccola percentuale può essere maligna. Il cancro della tiroide rappresenta circa l'1-2% di tutti i tumori diagnosticati annualmente.

Importanza di iodio e selenio

Lo iodio è un componente essenziale degli ormoni tiroidei, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). La tiroide prende lo iodio dal sangue e lo utilizza nella sintesi di T3 e T4, che vengono poi rilasciati nel circolo sanguigno per essere utilizzati dalle cellule del corpo. La carenza di iodio, di conseguenza, può portare a una serie di disturbi tiroidei, il più comune dei quali è il gozzo, un ingrossamento della tiroide. Nei casi più gravi, la carenza di iodio può causare ipotiroidismo, una condizione caratterizzata da un metabolismo rallentato, aumento di peso, stanchezza e depressione. Perché si formi la componente più attiva degli ormoni tiroidei, cioè la T3, è essenziale l’attività di enzimi che contengono selenio. Questo processo, e quindi il selenio stesso, è essenziale per mantenere un equilibrio adeguato degli ormoni tiroidei nel corpo.

Interazione tra selenio e iodio

Lo iodio e il selenio interagiscono strettamente nel metabolismo tiroideo. Una carenza di selenio può aggravare gli effetti di una carenza di iodio, portando a una disfunzione tiroidea più grave. La supplementazione di iodio è essenziale in aree dove la dieta è povera di questo elemento. L'introduzione del sale iodato ha drasticamente ridotto l'incidenza di gozzo e altre malattie correlate alla carenza di iodio in molte parti del mondo. Tuttavia, è importante bilanciare l'assunzione di iodio, poiché sia l'eccesso che la carenza possono causare disfunzioni tiroidee. Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei; anche le uova, il latte e la carne ne contengono buone quantità. Nella frutta e nella verdura troviamo concentrazioni inferiori e molto variabili in base alla ricchezza di iodio nel terreno. Per i vegani diventa importante compensare con iodio da alghe, facendo attenzione che non provengano da acque inquinate per rischio di contaminazione da metalli pesanti o microplastiche. La supplementazione di selenio può essere utile nei casi di carenza.

Studi hanno mostrato che la supplementazione di selenio può ridurre i livelli di anticorpi tiroidei nei pazienti con tiroidite autoimmune, suggerendo un beneficio nel controllo della malattia. Una delle principali cause della carenza di selenio, ancor più che per lo iodio, è la povertà di selenio nel suolo. In Italia, come in molte altre parti d'Europa, i terreni agricoli sono spesso poveri di selenio, il che si traduce in una minore concentrazione di questo micronutriente negli alimenti di origine vegetale. Le fonti principali sono i pesci e le noci del Brasile ( ne bastano 3 per colmare il fabbisogno giornaliero di selenio), ma si riscontra anche nelle carni, uova e cereali integrali. In caso di malattia in atto, l’utilizzo di integratori che contengano questi minerali, a dosi adeguate, può essere di aiuto. Chiaramente la supplementazione di iodio è da evitare in caso di ipertiroidismo. Considerando che gli integratori contengono quantità comunque rilevanti di questi minerali, il loro utilizzo deve essere valutato in rapporto anche alle abitudini alimentari del singolo paziente, per evitare eccessi.

Fabio Diana
Specialista in Medicina Interna e Medicina dello Sport
www.fabiodiana.it

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