«Due lauree, una porta in faccia»
Incertezza e rabbia per un presente fatto di precarietà e un futuro che nessuno guarda perché troppo incerto e forse, per qualcuno, addirittura considerato inesistente. Continui trasferimenti, anni di studio all'università, corsi di specializzazione e master per cercare di offrire il massimo della qualità professionale. Arrivare poi a 35 anni, con una famiglia ma senza un posto di lavoro sicuro. Decidere di scendere in piazza per rivendicare i diritti fino ad oggi già fin troppo volte calpestati. E' il caso di Annalisa Bianchi, un'insegnate di Riva del Garda una delle tante persone che si trova a lottare contro le continue riforme e i continui cambi di legge che fino ad ora non le hanno consentito di entrare definitivamente in graduatoria Il video: la protesta degli insegnanti
Incertezza e rabbia per un presente fatto di precarietà e un futuro che nessuno guarda perché troppo incerto e forse, per qualcuno, addirittura considerato inesistente. Continui trasferimenti, anni di studio all'università, corsi di specializzazione e master per cercare di offrire il massimo della qualità professionale. Arrivare poi a 35 anni, con una famiglia ma senza un posto di lavoro sicuro. Decidere di scendere in piazza per rivendicare i diritti fino ad oggi già fin troppo volte calpestati. E' il caso di Annalisa Bianchi, un'insegnate di Riva del Garda una delle tante persone che si trova a lottare contro le continue riforme e i continui cambi di legge che fino ad ora non le hanno consentito di entrare definitivamente in graduatoria ed offrire il bagaglio culturale che in questi anni è riuscita a ottenere. Alle spalle una laurea quadriennale in Scienze dell'Educazione per poi arrivare a svolgere un dottorato di ricerca di altri tre anni. Dopo un breve periodo lavorativo Annalisa punta ad una seconda laurea in Scienze dell'Educazione primaria con la speranza di arrivare a fare quel lavoro che con passione e fatica sta cercando di ottenere. «A 35 anni - ci spiega - mi sono rimessa in gioco perché la normativa richiede un percorso formativo qualificato. Non ho avuto timore nel decidere questa seconda laurea ma oggi, dopo tutto quello che io e altri abbiamo fatto, ci troviamo la strada sbarrata da un cambio di regole incomprensibile».
Negli anni non solo fatica nello studio ma anche sacrifici economici e famigliari. «Ho fatto i conti - spiega- e in tutto ho versato almeno 10 mila euro di tasse universitarie senza contare che studiando a Verona ho tolto moltissimo tempo alla mia famiglia. Non possiamo accettare la prospettiva di essere dei «tappabuchi» e chi oggi non ci ascolta non sta comprendendo la qualità di insegnamento che offriamo preferendo spesso chiamare personale esterno nelle scuole non sempre qualificato adeguatamente».
Il futuro viene visto infine come un punto di domanda. «La mia passione è quella di insegnare - ci dice Annalisa Bianchi - ma al momento non vedo nessun futuro se non quello di moglie e casalinga».