L'asilo fra i meleti e i fitofarmaci

Riparte la battaglia per i controlli sul terreno e sui giochi all'aperto dei bambini. Melissa Andreotti mamma di due gemellini che vanno alla scuola materna di Nave San Rocco, frequentata da una settantina di bambini, oltre ai piccoli del micronido: «Sono la moglie di un agricoltore quindi la mia non è una battaglia contro qualcuno, piuttosto contro norme e regolamenti che non tutelano né il diritto alla salute dei cittadini né i contadini che fanno il loro lavoro in modo cosciente»

di Roberta Boccardi

fitofarmaciNAVE SAN ROCCO - Le valli trentine paragonate in tv all'Ilva di Taranto: la vicenda è finita in tribunale (L'Adige di martedì 23 aprile, ndr) dopo che Apot (il Consorzio che associa diecimila produttori) ha querelato per diffamazione il pediatra, il professor Leonardo Pinelli, che lanciò l'allarme. Uno scontro tra titani, indifferente alle ragioni della gente «normale», delle famiglie, molte con bambini, che con il problema dell'uso dei fitofarmaci in agricoltura devono confrontarsi quotidianamente.

 

Ne sa qualcosa Melissa Andreotti mamma di due gemellini che vanno alla scuola materna di Nave San Rocco, frequentata da una settantina di bambini, oltre ai piccoli del micronido. «Sono la moglie di un agricoltore - premette - quindi la mia non è una battaglia contro qualcuno, piuttosto contro norme e regolamenti che non tutelano né il diritto alla salute dei cittadini né i contadini che fanno il loro lavoro in modo cosciente».

 

L'asilo di Nave è circondato su tre lati da campi coltivati a meleto. «Ma la campagna non è un posto salutare - dice Melissa Andreotti -, io stessa se voglio far giocare i miei figli all'aperto li porto al parco. E allora come possiamo noi genitori stare tranquilli, quando vediamo irrorare a pochi metri di distanza dal giardino dell'asilo dove i nostri bambini poi giocano, si sporcano e si rotolano per terra? È risaputo che l'assorbimento cutaneo è più rischioso delle inalazioni, ma nessuno ci ascolta».


Precedenti segnalazioni e un esposto al difensore civico, infatti, non hanno smosso nulla. Il sindaco Ugo Garzetti si trincera dietro la regolamentazione «rigorosa» adottata dall'amministrazione e gli accertamenti svolti dalla polizia municipale, e segnala il proprietario dei meleti come «persona responsabile e scrupolosa» che ha arretrato spontaneamente un filare di mele lungo uno dei confini della scuola. «Vero - considera Melissa Andreotti -, ma è altrettanto vero che la "deriva" (la miscela che si diffonde nell'ambiente circostante) in determinate condizioni può arrivare a 70 metri».


Di qui una nuova lettera indirizzata al comitato di gestione e all'ente gestore della Scuola dell'infanzia equiparata «Nave dei Bambini», in occasione della ripresa dei trattamenti fitosanitari nei frutteti. «È fondamentale sensibilizzare il Sindaco e l'Azienda sanitaria - scrive Melissa Andreotti - affinché vengano fatti dei controlli sul terreno del giardino dell'asilo e dei controlli di polizia, mirati e ad orari non d'ufficio, per garantire il rispetto delle distanze previste dal regolamento comunale, che comunque è molto poco preciso per quanto concerne i dispositivi per evitare la deriva dei fitofarmaci». Il riferimento è alla rete verde alta nemmeno due metri, posta su un lato del giardino. «Credo - continua - che nessuno possa credere che quella retina verde, posta in essere dopo la mia denuncia, possa ostacolare la deriva dei fitofarmaci dalla campagna limitrofa all'asilo».


«Non sono che una mamma preoccupata per i suoi figli perché, si sa, le malattie non si presentano dopo due giorni ma dopo 20 anni - continua la lettera -. I nostri figli non solo mangiano prodotti trattati, ma la loro assimilazione dei fitofarmaci può avvenire per contatto, attraverso la cute, toccando i giochi e l'erba del giardino, portando il quantitativo di sostanze nocive introdotte oltre ogni limite di sicurezza». Melissa Andreotti si augura che questa volta chi ha responsabilità di genitore, di dirigente e chi ricopre cariche istituzionali faccia la propria parte, «anche se qui a Nave San Rocco - conclude - sembra più importante la tutela degli interessi di pochi rispetto alla salute dei nostri figli che sono il futuro del paese».

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