TRENTO - Nonostante la presenza di un ente come l'Opera universitaria, capace di mettere a disposizione oltre mille posti letto per i circa 9 mila studenti «fuori sede», anche a Trento fiorirebbe la pratica dell'affitto in nero agli universitari.
A sostenere la tesi - per altro contraddetta del presidente della Fimaa, la Federazione delle agenzie immobiliari, Severino Rigotti - è un'indagine promossa da Contribuenti.it. Secondo la ricerca, in Italia, nel 2013 solo il 29 per cento degli universitari che studiano lontano da casa vanta un contratto regolare di affitto dell'appartamento. Rispetto al 2012 ci sarebbe un incremento del sommerso di circa il 3% dei casi.
L'indagine è stata condotta attraverso l'elaborazione di una serie di dati ministeriali, degli uffici tributi, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie. Le locazioni a nero degli immobili a studenti italiani è risultata circa il quintuplo di quelle della Francia e della Germania. 
In Italia, in testa nel 2013, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente i contratti di fitto a nero, risulta la Lombardia, con +6,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Lazio con + 5,2% e la Veneto con + 5,1%. A seguire il Piemonte con +4,3%, la Liguria con +4,2%, l'Emilia Romagna con 3,5%, la Toscana con 3,0%. Ma anche in Trentino si sarebbe verificato un aumento dei contratti in nero per circa il 2,5 per cento. In termini generali, nelle città universitarie del Nord Est ben il 26,2 per cento degli affitti universitari sarebbe in nero.