«Sì alla biblioteca, ma si deve risparmiare»
«Dotare l'ateneo di una grande biblioteca di ricerca, all'altezza delle nostre aspirazioni, è uno degli obiettivi più importanti del mio mandato. Non si tratta di attaccamento alla tradizione: in tutto il mondo, gli atenei più competitivi stanno investendo oggi sulle proprie biblioteche che crescono insieme, e non contro, la diffusione delle risorse elettroniche». È uno dei passaggi centrali della lettera che nei giorni scorsi il rettore dell'Università Daria de Pretis ha scritto ai suoi colleghi professori per metterli al corrente della situazione legata alla nuova biblioteca d'ateneo
«Dotare l'ateneo di una grande biblioteca di ricerca, all'altezza delle nostre aspirazioni, è uno degli obiettivi più importanti del mio mandato. Non si tratta di attaccamento alla tradizione: in tutto il mondo, gli atenei più competitivi stanno investendo oggi sulle proprie biblioteche che crescono insieme, e non contro, la diffusione delle risorse elettroniche.
Ciò che stiamo cercando di fare in queste settimane, con senso di responsabilità (e spero anche con visione strategica), è svolgere un adeguato lavoro istruttorio per giungere finalmente a una scelta adeguata, approfondita, funzionalmente all'altezza ed economicamente sostenibile. Presto, completato questo lavoro, chiariti i tempi e valutate le alternative (tutte cose che richiederanno il vostro contributo nonché un dialogo con il governo locale), potremo fare la scelta che ci aspetta».
È uno dei passaggi centrali della lettera che nei giorni scorsi il rettore dell'Università Daria de Pretis ha scritto ai suoi colleghi professori per metterli al corrente della situazione legata alla nuova biblioteca d'ateneo. Da un lato c'è un progetto, curato dall'architetto Mario Botta presentato ormai da diversi anni, che prevede la realizzazione di un nuovo edificio sul sedime di piazzale Sanseverino (acquistato ancora nel 2002). Quel disegno, bloccato per mesi in Comune a causa dell'altezza e dell'ingombro eccessivo, è stato di fatto (anche se non ancora ufficialmente) messo da parte dall'Università. Il motivo? Essenzialmente per via del costo. «l'Università - ammette de Pretis - sente la necessità di dare un segnale di sobrietà». In effetti i 55 milioni di euro ipotizzati per la struttura uscita dalla matita di Mario Botta adesso fanno paura. Sia in via Belenzani che in Piazza Dante.
E così è partita la caccia ad un'altra soluzione, altrettanto di prestigio ma allo stesso tempo meno onerosa. Finora le ipotesi emersi sono due: il palazzo delle Poste di via Calepina (che avrebbe il vantaggio di essere vicina alla nuova sede del rettorato, che in inverno si trasferirà a Palazzo Sardagna) e una collocazione alternativa all'interno del quartiere delle Albere.
«Dobbiamo giungere a questa scelta celermente, ma in modo consapevole - il messaggio che dà il rettore ai colleghi prof -. Già adesso, tuttavia, vorrei rassicurarvi su un punto: non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare al progetto, e al sogno, di una biblioteca di ricerca all'altezza di ciò che vogliamo essere. Stiamo facendo questa riflessione per giungere alla soluzione migliore, non a un ripiego».
De Pretis assicura che per il momento tutte le soluzioni (anche Sanseverino) rimangono aperte. «Voglio che le ipotesi vengano valutate nelle nostre sedi istituzionali, consiglio di amministrazione, senato accademico e consulta dei direttori». Aggiungendo per altro che si tratta di «questioni che l'Università non deve affrontare da sola, bensì valutandola con la città e la collettività provinciale». A breve sarà fissato un incontro con il sindaco Andreatta e il presidente della Provincia Pacher per avviare ufficialmente il percorso.
Da parte sua, comunque, esprime qualche perplessità sulla soluzione di via Calepina: «È un bellissimo edificio ma non so quanto adatto ad ospitare la biblioteca».
Rimarrebbe l'ipotesi delle Albere. E qui entrerebbe in gioco direttamente la Provincia che ha già opzionato alla Castello il polo sud per farne un auditorium e un polo multimediale. Il costo sarebbe minore - all'incirca 25 milioni di euro - ma la localizzazione sarebbe decentrata rispetto al «giro» universitario cittadino.